Centro Olio Viggiano: “Evviva! L’Eni può celebrare il centesimo nonincidente in 7 anni!”, lo ha detto… 

Sabato scorso al Centro Olio Eni di Viggiano si è verificato il blocco di un termocombustore.

In tanti si sono allarmati perchè l’intera area è stata invasa da una puzza nauseante.

Eni subito dopo ha tranquillizzato:

“In nessun momento si sono verificate condizioni di pericolo, né per gli operatori, né per gli impianti.

I dati registrati dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria confermano il rispetto dei limiti previsti dalla normativa nazionale e regionale”.

Non sembra esserne convinto l’Osservatorio popolare per la Val d’Agri che in un comunicato stampa ha scritto:

“Cova: quale sicurezza?

100° nonincidente e solidarietà agli operai.

Evviva! L’ENI può celebrare il CENTESIMO NONINCIDENTE in 7 anni!

Parliamo infatti dell’evento di sabato scorso 2 marzo 2019, quando, nel corso della mattinata una puzza nauseabonda ha invaso l’area adiacente al Cova ma anche i Comuni limitrofi a Viggiano e, in particolare, Grumento Nova e Sarconi.

La fiamma è apparsa molto alta a chiunque fosse nei dintorni.

Come già riportato da più organi di stampa, l’aria irrespirabile ha costretto i lavoratori dell’area a chiedere l’intervento del 118 per soccorrere alcuni degli operai della Vibac che hanno accusato un malore.

Tuttavia, si tratterebbe dell’ennesimo “nonincidente” dal momento che sia le dichiarazioni di ENI, sia i valori degli inquinanti rilevati dalle centraline di ARPAB hanno sancito il TUTTAPOSTO di Stato di fronte alla fiammata, alle emissioni odorigene nauseabonde e anche ai malori.

A proposito di ARPAB, inoltre, sarebbe interessante poter disporre dei dati anche ORARI di tutti gli inquinanti, compresi i non normati ma tipici dell’industria petrolifera (ad esempio: idrogeno solforato, idrocarburi non metano che, ricordiamo, in passato hanno raggiunto livelli altissimi cioè circa 5000 microgrammi per metro cubo, contro i 200 del vecchio limite della legge non più in vigore).

Denunciamo da tempo il fatto che tali dati siano sconosciuti ai normali cittadini o a chi, come noi ormai da giugno 2018, ne faccia richiesta senza risposta.

Continuiamo a chiederci poi se, aldilà del “tuttaposto” di Stato, il COVA funzioni in sicurezza, visto che il Piano di Emergenza Esterno, essenziale per la tutela dei cittadini e dei lavoratori esposti ai veleni del COVA, è scaduto da ormai due anni, così come sottolineato in un nostro sollecito fatto, senza riscontro alcuno, alla Prefettura di Potenza ormai lo scorso 17 gennaio.

Da due anni poi non abbiamo notizie del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, cosa particolarmente grave in un tempo in cui si sono verificate due chiusure di seguito del COVA per inquinamenti.

Da parte dell’Osservatorio Popolare della Val d’Agri tutta la solidarietà agli operai della VIBAC che hanno accusato malore ma anche agli altri, costretti loro malgrado a subire tale situazione.

Per nostra parte saremo sempre al loro fianco nella denuncia di quanto, in tutti i sensi, ci puzza”!