Viggiano: “Continua il silenzio di Eni. Le organizzazioni sindacali chiedono di poter discutere della situazione all’interno del Centro Oli”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di FIOM UILM BASILICATA:

“Continua il silenzio di Eni circa i solleciti alle richieste di incontro formulate dalle organizzazioni sindacali metalmeccaniche che da tempo chiedono di poter incontrare i referenti della multinazionale per discutere della situazione all’interno del Centro Oli di Viggiano.

Sembra che il confronto sindacale sia per questi dirigenti un ‘di cui’ che si materializza, alcune volte, attraverso rappresentanti di Confindustria o semplicemente con comunicati stampa di risposta semmai agli inviti e alle richieste sollevate dalle Organizzazioni Sindacali metalmeccaniche.

Eni deve comprendere, una volta per tutte, che vivere ed estrarre in Basilicata non significa “farla da padrone” ma anzi necessita di rispetto anche verso chi rappresenta i lavoratori.

Eni è sì una risorsa importante per la nostra Regione, ma lo sono anche le risorse della nostra Lucania per la stessa Eni; e dunque bisogna coniugare non solo ambiente, lavoro e sicurezza ma anche quelle relazioni sindacali e sociali che sono indispensabili e caratterizzanti del bene comune.

I temi a cui bisogna dare risposte sono tanti, anche dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori, visto che varcano i cancelli del Centro Oli di Viggiano centinaia di lavoratori metalmeccanici.

È un silenzio assordante anche per quanto riguarda un tema delicato come quello del Covid-19, delle attività in essere e del futuro, perché chi sta pagando la crisi sono i lavoratori, le cui tasche sono sempre più vuote a causa della cassa integrazione – non anticipata da gran parte delle aziende appaltatrici dell’indotto Eni di Viggiano – ai quali bisogna una volta per tutte dare risposte.

E dunque non solo in merito a bisarche, barili, e tutto ciò che riguarda l’estrazione petrolifera ma Eni deve avere una volta per tutte, lo ripetiamo, un diverso modo di relazionarsi anche con il mondo sindacale, almeno con quello metalmeccanico.

E poi… cosa vogliamo fare della Contrattazione Unica? A che punto siamo arrivati?

E poi… Sebbene si stia estraendo in deroga, la coscienza vorrebbe che ci si ponesse delle domande e soprattutto che si dessero quelle risposte che attendiamo da tempo! È chiedere troppo?

E poi… La Sorveglianza Sanitaria, cosi come da accordo regionale, dove è finita?

E poi… L’OPT che ruolo ha e quale dovrà avere nel presente e nel prossimo futuro? Dovrà continuare ad essere semplicemente un raccoglitore e un registratore di numeri delle convenzioni?

E poi… A tal proposito, circa le convenzioni, i famose mille euro della Regione Basilicata dove sono finiti? Saranno finiti forse nei meandri di un bilancio regionale che da tempo, anzi da anni, non è solo un’enigma per noi ma, come dimostrato più volte, anche per la Corte dei Conti?

E poi… Del Fondo Regionale per i lavoratori dell’indotto Eni di 4 milioni di euro che cosa si vuole fare?

Siamo in ritardo su ogni cosa. L’esperienza Covid-19 dovrebbe insegnare a noi tutti a ricostruire il senso del bene comune attraverso fatti, azioni, scelte concrete anche in termini di sicurezza; oggi più che mai nelle riunioni dell’OPT è necessaria la presenza, come avveniva in passato, dei rappresentanti di Eni; bisogna ricostruire e riprogettare l’OPT perché così come è oggi non ha ragione di esistere; bisogna rendere esigibile il progetto sulla sicurezza, quello sì, una sicurezza ‘in rete’, e poi il progetto dell’RLST che fine ha fatto?

È necessario tracciare e percorrere una strada comune per combattere questo nemico invisibile, invece ad oggi ognuno percorre la sua strada – senza una meta comune – augurandosi che il ’passato’ possa fare meno male.

Dunque gli argomenti da discutere e riprendere sono tanti, ed è necessario, quindi, ora, da parte di tutti, dare risposte alle giuste richieste, purtroppo ad oggi inascoltate”.