A Potenza la consegna di 3 Medaglie d’Onore e 16 onorificenze dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”. I dettagli

Nella mattinata odierna, in occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose regionali e dei Sindaci della provincia di Potenza, il Prefetto Michele Campanaro ha consegnato, nella suggestiva cornice del Teatro Comunale “Francesco Stabile” del capoluogo,  tre medaglie d’onore conferite dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e sedici onorificenze dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.

La consegna è avvenuta nel corso della cerimonia dal titolo “Le Pigotte difendono la memoria dell’Infanzia negata ad Auschwitz-Birkenau”, organizzata d’intesa con il Comune di Potenza e l’Unicef di Basilicata ed introdotta da un toccante video-messaggio dell’Assessore alla Memoria della Comunità ebraica di Roma, Massimo Finzi, sul valore storico della Giornata del 27 Gennaio.

Nel suo intervento, rivolgendosi in particolare agli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado di Potenza, presenti in Teatro e collegati da remoto, il Prefetto Campanaro ha evidenziato che:

la Giornata della Memoria non vuole essere solo il ricordo di quel 27 gennaio di 77 anni fa, quando l’esercito russo ha abbattuto i cancelli di Auschwitz, mostrando l’abominio e l’abisso del male al mondo intero, ma assume  connotati particolarmente forti e intensi, poiché sono trascorsi anche ottantaquattro anni dall’infamia e dalla vergogna delle leggi razziali.

L’applicazione delle leggi contro gli ebrei alimentò in Italia un clima generale di indifferenza per le sorti di quella piccola minoranza, che da secoli era profondamente integrata nel tessuto sociale, culturale e politico del nostro Paese.

Un numero sempre crescente di divieti e di misure persecutorie rese gradualmente più difficile la vita delle famiglie ebree: dalla perdita del lavoro all’esclusione sociale, sentimenti di disprezzo e di scherno nella propaganda di Stato bollarono gli ebrei italiani come nemici estranei all’Italia.

La Giornata della Memoria deve essere intesa come giornata della conoscenza: di ciò che ha prodotto l’odio razziale, del significato della lotta antifascista, della natura dell’occupazione tedesca e di come il regime fascista vi collaborò.

Fare memoria vuol dire, infine, schierarsi contro ogni razzismo”.

Ricordando l’episodio accaduto a Livorno appena qualche giorno fa, il Prefetto Campanaro ha aggiunto:

tutti abbiamo il dovere di fermarci a riflettere.

Un ragazzino di appena dodici anni è stato aggredito e insultato, in un parco pubblico ed in pieno giorno, con epiteti razzisti, con calci e sputi.

Protagoniste dell’episodio sono state due ragazze poco più grandi di lui, che hanno inneggiato ai forni crematori.

L’agghiacciante motivazione è che il bimbo è ebreo.

Ma la circostanza che colpisce ancora di più è che nessuno sia intervenuto in sua difesa. L’indifferenza, accompagnata da pregiudizi e discriminazioni, può aprire la strada al male, sempre.

Per questo la memoria è un dovere. Perché nella memoria c’è l’identità, l’identità di ogni persona, di ogni popolo e dell’intera umanità. Perché nella memoria, che contiene anche l’esperienza del male, c’è il presidio morale contro ogni nuovo possibile orrore”.