POTENZA CELEBRA IL 71ESIMO ANNIVERSARIO DELLA REPUBBLICA ITALIANA! QUESTO IL DISCORSO DEL SINDACO

A Potenza, in occasione del 71° Anniversario della fondazione della Repubblica, si sono tenute diverse celebrazioni.

In primis, presso il Parco di Montereale, dove il Prefetto Giovanna Cagliostro (accompagnata da autorità sia civili che militari) ha partecipato alla deposizione della corona davanti al Monumento dei Caduti.

In seguito, verso le ore 11:00 in piazza Mario Pagano, si è svolta la cerimonia principale dove, durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli, i Vigili del Fuoco hanno srotolato dal tetto della Prefettura una grande bandiera tricolore.

Questo il discorso del Sindaco di Potenza, Dario De Luca, tenutosi in Piazza Mario Pagano:

“Porgo il mio deferente saluto a S.E. il Prefetto di Potenza Dr.ssa Giovanna Cagliostro, a tutte le Autorità Civili, Militari e Religiose qui convenute ed a tutti i Cittadini che hanno deciso di presenziare a questa cerimonia, che si tiene per celebrare la Festa della Repubblica Italiana.

71 anni fa l’esito del Referendum fu netto a favore della Repubblica e cessò la Monarchia Sabauda, punita dal Popolo italiano per aver sostenuto la dittatura fascista, durata venti anni.

Ecco che la Festa della Repubblica è da tutti associata al principio di Democrazia, ovvero al principio in base al quale il Popolo italiano è sovrano.

Garante di questa sovranità è la nostra Costituzione, approvata dall’Assemblea costituente nel dicembre del 1947.

I primi 12 articoli costituiscono i “Principi fondamentali” sui quali si fonda la nostra Repubblica.

Vorrei soffermarmi oggi su due articoli che ritengo essere particolarmente significativi nel tempo che stiamo vivendo :

l’Articolo 1 che recita testualmente :

«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»

e l’Articolo 4 che recita :

«La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.»

Questi due Articoli della nostra Carta Fondamentale ci dicono da un lato che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e dall’altro che il lavoro è al contempo un “diritto ed un dovere” di ogni cittadino.

E’ sotto gli occhi di tutti che nel tempo che stiamo vivendo il diritto al lavoro sia un diritto ampiamente disatteso.

Di qui nascono importanti tensioni sociali che il Governo fronteggia quotidianamente, con interventi sulle varie forme di ammortizzatori sociali.

Il tasso di disoccupazione nazionale è attestato all’11,7 %, con oltre tre milioni di disoccupati, mentre il tasso di disoccupazione giovanile è attestato al 34,1%, fra i più alti d’Europa, considerando che la disoccupazione giovanile in Europa è attestata in media a circa la metà, ovvero al 17,2 %.

Si tratta di cifre preoccupanti, che richiedono tutta la nostra attenzione, in quanto se il diritto al lavoro è così diffusamente negato, sono fragili proprio le fondamenta della nostra Repubblica.

E’ dovere di tutti rafforzare e consolidare queste fondamenta, per consolidare la democrazia.

Ecco che siamo tutti chiamati a cooperare affinchè il lavoro venga promosso in tutte le forme ed in tutti i modi, impiegando il denaro pubblico molto di più per promuovere il lavoro che per garantire il reddito a chi è disoccupato.

D’altronde, lì dove l’Art. 4 della Costituzione asserisce che il lavoro deve concorrere al progresso materiale o spirituale della Società, sottintende che il lavoro deve essere “utile” e, quindi, non creato ad arte con il solo scopo di distribuire risorse economiche.

In sostanza, la Costituzione promuove il lavoro vero, produttivo e non quello parassitario ed improduttivo.

La promozione del lavoro è certamente un compito delle Istituzioni, a cominciare dal Governo, ma è un compito anche degli imprenditori, ovvero di coloro i quali producono beni e servizi nel nostro Paese.

A loro bisogna rendere la vita più facile, riducendo gli adempimenti burocratici ed il peso fiscale, ma a loro bisogna anche chiedere di credere di più nel nostro Paese e di non disinvestire in Italia per andare ad investire all’estero, dove il costo della manodopera è minore.

Ritengo che vi debba essere un’etica dell’impresa che imponga di continuare a produrre in Italia, nonostante le maggiori difficoltà contingenti.

Contestualmente, bisogna spezzare il predominio della finanza sull’impresa. Le rendite finanziarie sono spesso più gratificanti degli utili d’impresa ed hanno indotto molti imprenditori ad investire nei mercati finanziari più che nelle loro aziende, contribuendo a contrarre il tasso di occupazione.

Nei mercati finanziari si è giunti all’aberrazione di premiare, con l’innalzamento delle loro quotazioni, le imprese che annunziano licenziamenti di massa ed a punire, con la riduzione delle quotazioni, le imprese in fase di espansione occupazionale.

Ciò sta a significare che i mercati finanziari, alla ricerca del solo profitto, hanno stravolto ogni etica del lavoro e si sono rivoltati contro l’uomo e la sua dignità.

Questo è intollerabile e bisogna che chi ne ha il potere, in Italia e in Europa, intervenga con politiche correttive di questo stato di cose.

Dopo esserci liberati dalla dittatura fascista non possiamo sottostare in tutto e per tutto alla dittatura dei mercati finanziari.

La Politica, quella con la “P” maiuscola, deve svolgere appieno il suo ruolo regolatore dei mercati, a difesa dei cittadini e, soprattutto, delle fasce più deboli della popolazione.

E’ questo il messaggio che oggi voglio lanciare per festeggiare la nostra cara Repubblica italiana.

Per difenderla dobbiamo ancorarci alla nostra Costituzione ed operare tenendola sempre ben presente e perseguire i suoi principi fondanti, primo fra tutti il diritto al lavoro.

Se questo richiederà sacrifici, li dovremo sostenere tutti insieme e tutti in maniera proporzionata alla propria capacità contributiva.

Contestualmente, dovremo essere inflessibili nei confronti di tutti coloro che, con i loro comportamenti, remeranno contro, ad esempio con il lavoro nero, l’evasione fiscale, la corruzione, le mafie e le consorterie di ogni genere.

Dovremo anche combattere contro chi, pur avendo un impiego pubblico, si sottrae ai propri doveri, riconsiderando secondo un criterio di giustizia le eccessive tutele del pubblico impiego, dietro le quali si nascondono spesso inefficienze ed abusi.

La Repubblica è un bene grande e dobbiamo difenderla ogni giorno con il nostro impegno personale.

Ce l’hanno consegnata i nostri Padri e noi abbiamo il dovere di riconsegnarla ai nostri figli più forte e più bella che mai!

Viva la Repubblica!

Viva il Tricolore!

Viva l’Italia!”