Il Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” ha deciso di declinare il tema comune della Notte Nazionale basato sul duplice tema della comunicazione e della condanna della violenza di genere dando il titolo di “Mondi possibili(?)”.
Spiega il Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” Potenza:
“Quanti sono i mondi possibili?
Sono tantissimi, per quel bisogno di raccontare che l’uomo ha sin dall’inizio della sua storia; sono quelli che ciascuno scopre quando legge, custoditi nelle pagine dei libri; sono gli infiniti mondi che ciascuno crea, quando scrive, quando recita, quando sogna, quanto studia il mondo antico e la storia, quando traduce, quando immagina un video o una canzone.
E nel portare in scena “pezzi” di teatro, canzoni, coreografie, disegni, diamo una “visione” del mondo.
Abbiamo voluto così raccontare, attraverso i mondi che sogniamo o che ci spaventano, attraverso i mondi immaginati, immaginabili, auspicabili, sognati, desiderati, rimpianti o temuti, il mondo in cui viviamo, fatto di violenza e di speranza, di città muro e di città cantiere.
La città che divide e separa, che allontana da sé ciò che è diverso, che esclude ed imprigiona, zittisce e schiaffeggia.
E la città che invece accoglie, città delle differenze e del dialogo, della tolleranza, delle relazioni e dell’incontro.
Noi abbiamo cercato di raccontare questa compresenza attraverso la comunicazione espressa in tutte le sue possibilità: arte performativa, coreografia, canto, parola e racconto, divertimento e tragedia, gesto e silenzio.
Attraverso questa serata ci interroghiamo, sul ruolo di noi studenti e docenti, noi cittadini, noi donne e uomini.
Ci interroghiamo su come ci dobbiamo comportare davanti agli orrori del mondo, sul peso che hanno le parole che pronunciamo ogni giorno, sul senso della partecipazione attiva (in famiglia, a scuola, nella città in cui viviamo, nel mondo), sulla felicità.
«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio» (I. Calvino, Le città invisibili)”.