Potenza: un sentito omaggio da scuola e istituzioni al Monumento che ricorda gli oltre 200 caduti di guerra della nostra Città. Le parole del prefetto

Il prefetto Michele Campanaro, ha consegnato ieri, a Potenza, all’Istituto Comprensivo di Picerno la bandiera nazionale a margine della cerimonia per la giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.

Il rappresentante del governo, insieme al governatore lucano, Vito Bardi, e alle autorità militari ha deposto una corona sul monumento ai caduti nel parco di Montereale nel capoluogo lucano.

Ecco le parole del Prefetto per l’occasione:

“Eccellenza Reverendissima, Autorità civili e militari, Associazioni combattentistiche e d’arma, ragazze e ragazzi, cittadine e cittadini,

rivolgo a tutti voi il mio saluto e gli auguri più cordiali per le celebrazioni di questo 4 Novembre, nella ricorrenza dell’Unità Nazionale e della giornata delle Forze Armate.

Un saluto deferente rivolgo al Ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa Senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati che, impossibilitata a presenziare qui oggi, ha voluto esprimere per il mio tramite alla Città di Potenza la sua vicinanza in occasione di questa manifestazione di grandissimo valore, per la storia della nostra Patria e per i nostri militari.

Ringrazio, inoltre, il dirigente scolastico, i professori e gli studenti del Liceo artistico, musicale e coreutico “Walter Gropius” di Potenza, per aver voluto impreziosire con le loro esecuzioni musicali questa solenne commemorazione.

Commemorazione di una data ricca di significato, che suggella il completamento del percorso per l’Unità Nazionale avviato durante il Risorgimento ed il valore del contributo delle Forze Armate alla vita, nazionale ed internazionale.

Rivolgo il mio commosso pensiero ai tanti soldati caduti nell’adempimento del dovere nelle terribili guerre che hanno sconvolto il secolo scorso, come anche a quei soldati vittime nelle odierne missioni militari di pace e nella quotidiana attività di servizio, per garantire sicurezza della cittadinanza e salvaguardia delle libere Istituzioni, come ricordato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

E lo faccio davanti alla sacralità di questo Monumento, opera realizzata nel 1925 dallo scultore Giuseppe Garbati, recante i nomi dei 253 caduti della Città di Potenza nel corso della Grande Guerra, ora riqualificata nella parte bronzea grazie all’impegno ed alla caparbietà del Presidente della Sezione di Potenza dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, a cui va il mio personale e sincero ringraziamento.

E’ il primo passo, caro Presidente, per restituire, con il completamento dei lavori sulle porzioni in pietra e marmo del cippo, piena dignità al Monumento ai Caduti di Potenza.

Con il suo duplice carattere di ricorrenza dell’Unità Nazionale e di festa delle Forze Armate, questa giornata è testimonianza esplicita del legame stretto ed intenso tra il Paese e la sua componente militare: donne e uomini che oggi prestano servizio esattamente come i valorosi soldati che combatterono, oltre un secolo fa, nel più terribile conflitto europeo.

La Carta Costituzionale, che ha compiuto settantacinque anni, ha reso questo sentimento di vicinanza ancora più forte, perché è la Repubblica tutta intera, frutto della libera scelta dei cittadini, a rivolgere il suo grazie alle Forze Armate.

A testimonianza di questo, le celebrazioni odierne si arricchiscono qui a Potenza, insieme con altre trentaquattro Città italiane, dell’evento “Caserme Aperte”, con l’apertura della “Caserma Lucania”, sede del Comando Legione Carabinieri “Basilicata”, dove ci recheremo al termine di questa cerimonia.

La nostra Repubblica ricorda oggi, a centocinque anni di distanza, la conclusione vittoriosa della Grande Guerra, che sancì – come detto – il pieno compimento del sogno risorgimentale dell’Unità d’Italia, con l’arrivo a Trieste dell’Audace e della Grecale della nostra Marina e con l’ingresso dell’Esercito a Trento.

Lo scoppio della guerra nel 1914 aveva conclamato, in misura fallimentare, l’incapacità delle classi dirigenti europee dell’epoca di comporre le aspirazioni e gli interessi nazionali in modo pacifico e collaborativo, anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo tradottosi in retorica espansionistica.

Ha scritto, in proposito, il saggista Claudio Magris: “Ogni paese pensava di dare una piccola bella lezione al nemico più vicino, ricavandone vantaggi territoriali o d’altro genere…Nessuno riusciva ad immaginare che la guerra potesse essere così tremenda, specialmente per le truppe al fronte, e avere una tale durata”.

Cosa poi sia successo è stato consegnato alla Storia: gli errori delle classi dirigenti del secondo decennio del Novecento, insieme con una spietata conduzione della guerra da parte degli Alti Comandi, comportarono il sacrifico di più di dieci milioni di soldati ed un numero imprecisato di caduti civili.

Nata trent’anni dopo dalla Resistenza, la nostra Costituzione ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze, la collaborazione internazionale.

Le nostre Forze Armate sono parte fondamentale di questo disegno e sono impegnate per garantire la sicurezza e la pace, anche in ambito internazionale.

Eppure, dopo settantasette anni di pace, la tragedia della guerra è riapparsa nel nostro Continente e si è tornati a morire nel cuore dell’Europa.

Con l’incubo di scenari allargati di guerra nel Medioriente, la pace oggi grida tutta la sua urgenza.

Non dobbiamo e non vogliamo abituarci alla guerra, come sembra stia accadendo.

Dinanzi a questi oscuri orizzonti, la celebrazione di oggi assume un significato ancora più speciale, perché nessuno più delle donne e degli uomini in divisa conosce il valore della pace e cosa significhi metterla a rischio.

Care ragazze e cari ragazzi, rivolgendomi a voi avverto il bisogno di incoraggiarvi a tenere viva la memoria dei caduti e delle sofferenze di allora, come antidoto ai rischi legati alle minacce delle nuove guerre di oggi.

Alla vostra sensibilità ed alla vostra fame di vita, rassegno alcune tessere del mosaico che in questa giornata ricordiamo: i ragazzi delle trincee della Grande Guerra, le pagine drammatiche del secondo conflitto, la Resistenza dei militari che dissero no al nazifascismo, i martiri di Cefalonia, l’esempio di Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valor militare, di cui ricorrono quest’anno gli ottanta anni dal suo sacrificio per salvare la vita di altri italiani.

A voi ragazzi queste tessere di mosaico possono sembrare molto lontane.

Ma i terribili accadimenti della escalation della crisi israelo-palestinese di questi giorni, insieme con la guerra ancora in atto in Ucraina, ci fanno ricordare che l’impegno per una memoria, attiva e vigile, del dolore e delle vittime dei conflitti del secolo scorso, deve consolidare le scelte di pace, di libertà, di serena e rispettosa convivenza tra le persone e tra i popoli.

La Democrazia occidentale rifiuta il tentativo di arretramento che ogni scenario bellico porta con sé, insieme con i drammatici sacrifici di vite umane.

Abbiamo il dovere di opporci tutti attraverso una rinnovata collaborazione tra popoli, costruendo ponti e rinforzando la solidarietà tra le diverse comunità.

Con questi auspici, oggi, quattro Novembre duemilaventitre, raccogliamoci tutti intorno alla nostra Patria e rendiamo omaggio alla nostra bandiera tricolore che racchiude in sé i valori fondanti del nostro Paese, consegnandola simbolicamente nelle mani dei giovani studenti dell’Istituto Comprensivo di Picerno e Vietri di Potenza, gesto di speranza verso le future generazioni.

Viva le Forze Armate!

Viva l’Italia!

Viva la Pace!”.