Spinoso: l’attore Sebastiano Somma presenta il monologo “la passione. Storia di Gesù’. L’evento in programma

“Nei turni di guardia sentivo parlare di Gesù il Nazareno….Arrivammo sul luogo chiamato Cranio ed io inchiodai Gesù…Con gli occhi gonfi di lacrime caddi a terra, quest’uomo era veramente figlio di Dio….Un giorno compresi che questo Dio è amore…”.

Così un afflitto Sebastiano Somma ne “La Passione: la storia di Gesù dagli occhi del centurione”, adattamento teatrale in forma di monologo scritto da Vito De Girolamo e che verrà presentato il 24 marzo nella Chiesa Madre dell’Assunta (ore 20.30).

Accompagnato dalla Melos Orchestra diretta dal maestro Francesco Finizio e dai canti sacri del Gospel Italian Singers, il monologante Sebastiano Somma (che dà voce anche a Gesù) è chiamato ad una vera e propria “prova d’attore”: con impeto e pieno coinvolgimento emotivo rievoca le ultime ore di vita del Cristo dal punto di vista del centurione romano, cioè di una di quelle figure solo apparentemente marginali nei dolorosi eventi della Passione.

Il Cristo che col mistero della Croce si fa detentore della profezia di riscattare dal male tutta l’umanità, nell’adattamento scenico investirà un pagano completamente estraneo alla tradizione ebraica, e gli stravolgerà la vita.

Prodotto dall’Associazione Strumenti e Figure e con l’allestimento delle luci curato da Valsound dei fratelli Pisano, questo monologo non è per Sebastiano Somma il primo lavoro a tematica religiosa, già altre volta aveva dato voce e corpo a figure di alta spiritualità.

Infatti qualche anno fa l’attore di Castellamare di Stabia ha portato in scena un recital sugli scritti del compianto vescovo di Molfetta Don Tonino Bello e poi nella fiction tv su Madre Teresa di Calcutta aveva ricoperto il ruolo di un sacerdote.

Purtroppo al momento è rimasto per lui solo un sogno il progetto di raccontare in teatro la storia del cardinale albanese Ernest Simoni, che nel suo Paese, durante il regime comunista, fu sottoposto per 28 anni ai lavori forzati.

Ritornando alla messinscena della “Passione”, il sindaco del piccolo centro valligiano, Lino De Luise, ha voluto puntualizzare:

Proporre in Chiesa Madre una scrittura scenica di forte connotazione spirituale vuol significare anche il tentativo di accostare i fedeli, la comunità intera ad un idioma culturale plastico, che nel caso equivale alla comunicazione, al dialogo che si crea durante lo spettacolo tra la voce dell’attore, i suoni dell’orchestra e lo spazio sacrale del tempio in cui, tengo a ricordare, sono conservati anche importanti manufatti d’arte”.

Le parole del sindaco De Luise sono pertinenti affinché anche un certo pensiero cattolico e i suoi significati trovino incidenza sulla società.

Nei giorni scorsi su un quotidiano cattolico il teologo Pierangelo Sequeri ha evidenziato che non basta essere consapevoli che il cristianesimo abbia molte e decisive parole da dire, occorre anche che i fedeli si facciano ascoltar E ciò può avvenire, in primis, attraverso la cultura, le arti.