CIBI MAL CONSERVATI E DIPENDENTI SENZA STIPENDI: SIGILLI ALLA MENSA PER 2 SCUOLE DELLA PROVINCIA DI POTENZA

Cibi mal conservati e pasti non previsti dal capitolato d’appalto: sospeso il servizio mensa in due comuni della provincia di Potenza.

Il servizio di refezione scolastica era partito da Giovedì 28 Settembre ma già il giorno successivo, Venerdì 29 sono scattati i controlli da parte dei Carabinieri e degli ispettori di igiene e alimenti dell’azienda sanitaria di Potenza.

Nelle cucine poste sotto sequestro veniva preparato il cibo per la mensa scolastica del comune di Lagonegro e Latronico.

Adesso sarà la ditta “ le Quadrelle 2001” di Quindici (Avellino) che gestisce il servizio mensa su appalto delle due amministrazioni comunali, a rispondere dell’accaduto.

Intanto la segretaria generale della Fisascat Cisl Basilicata, Aurora Blanca, fa sapere che i circa 50 dipendenti della cooperativa “Quadrelle 2001”, ditta titolare del servizio di mensa scolastica non solo a Lagonegro e Latronico ma anche a Lauria, sono in stato di agitazione in quanto lamentano diverse spettanze arretrate.

Si tratta di quattro mensilità non pagate ai 36 addetti di Lauria, una mensilità e la quattordicesima ai dieci dipendenti di Lagonegro e ben sei mensilità agli otto addetti della mensa scolastica di Latronico.

Una situazione che è diventata insostenibile per la sindacalista che chiede alle rispettive amministrazioni comunali di subentrare alla Quadrelle 2001 nel pagamento dei salari arretrati così come previsto dalla normativa vigente in materia di appalti pubblici.

Nei giorni scorsi i sindacati hanno inviato una nota alla prefettura di Potenza per la convocazione urgente di un incontro.

La Blanca ha dichiarato:

“Il caso delle mense scolastiche a Lauria, Lagonegro e Latronico dimostra che nel settore degli appalti pubblici la musica deve cambiare perché la situazione sta diventando ingestibile.

È un monito che lanciamo innanzitutto alle amministrazioni locali che con il massimo ribasso pensano di risparmiare e invece finiscono per attirare da fuori regione ditte dalla dubbia solidità.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: da un lato servizi di bassa qualità anche quando, come nel caso della refezione scolastica, l’attenzione alla qualità del cibo e alla salute dei bambini dovrebbe essere massima, dall’altro compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, nel maggior parte dei casi part time a basso reddito.

Da qui la necessità di aprire un tavolo con la Regione per stabilire un decalogo vincolante per le stazioni appaltanti nella realizzazione delle gare di appalto per evitare fenomeni di dumping sociale e assicurare la necessaria qualità dei servizi”.