GRIDO D’ALLARME DELLA POLIZIA PENITENZIARIA DI BASILICATA SUL DISAGIO LAVORATIVO: CONTATTATO IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

HANNO CERCATO DI STRANGOLARE UNA POLIZIOTTA!

Il segretario regionale dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) di Basilicata, Vito Messina, fa sapere attraverso un comunicato che:

“il sindacato si è rivolto al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per lanciare un altro grido d’allarme sullo stato di disagio lavorativo degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria.

Di questi temi  si è discusso nel corso di un convegno che si è tenuto a Potenza, incentrato sul tema dello stress da lavoro correlato”.

Messina ricorda che:

“si sono registrati altri due gravi epiloghi: due suicidi nella Polizia penitenziaria. Sono anni che ci battiamo su questo tema”.

Nella missiva indirizzata al Ministro è scritto:

“La Polizia Penitenziaria non è la sola a pagare con la perdita di vite umane per una serie di circostanze avverse che possono connotare la vita delle persone e non essere direttamente dipendenti dallo stato di servizio, eppure noi che ogni giorno incontriamo il personale sappiamo benissimo che esistono elementi stressogeni connessi al delicato compito svolto, che non possono non incidere fortemente sullo stato d’animo e il benessere psicologico di chi opera nelle forze dell’ordine con particolare riferimento alla Polizia Penitenziaria.

Abbiamo lanciato l’allarme più volte negli anni e più volte ci sono stati annunciate soluzioni ridondanti ma mai si è concretizzato qualcosa che potesse intervenire concretamente su un fenomeno il cui impatto rischia di essere molto più importante di quello dei casi che si contano.

Nel tempo abbiamo assistito a timidi interventi dell’Amministrazione Penitenziaria a cui abbiamo suggerito di istituire dei centri di ascolto, aumentando anche le iniziative per migliorare il benessere lavorativo del personale costretto a vivere non solo la durata del servizio ma anche le pause lavorative e le notti lontano da casa, in ambienti che definire tetri e angusti è fargli un complimento”.