Potenza, chiusura Centro di Dialettologia: 77 studenti dell’Università scrivono al Rettore. Ecco il testo della lettera

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di un gruppo di 77 studenti dell’Università degli  studi della Basilicata che spiegano:

“Abbiamo inviato ieri una mail al nostro Rettore perché ci siamo sentiti in dovere di esporci sul Centro internazionale di Dialettologia (C.I.D.) e sulla sua chiusura.

Non capiamo tuttora il motivo per cui l’Università non abbia fatto nulla di concreto per un Centro di cui noi andiamo orgogliosi e che tanto lustro ha portato al nostro territorio.

Riteniamo infatti che, se non la politica, almeno la cultura avrebbe dovuto difendere questo lavoro che procede da diciotto anni e che tanto ha dato alla ricerca dialettologica, ai lucani e a noi studenti.

Il C.I.D., oltre a custodire e valorizzare il patrimonio linguistico lucano, è stato ed avrebbe potuto continuare ad essere, un luogo di lavoro per chi  come noi vorrebbe investire nel suo territorio, ma ad oggi si vede un’ulteriore “porta chiusa in faccia”.

Inviamo in allegato il testo spedito al Rettore e la raccolta firme, con l’auspicio che la nostra ferma posizione e le nostre speranze vengano divulgate”.

Ecco il testo della lettera indirizzata al Rettore:

“Siamo studenti e studentesse che hanno intrapreso un percorso, triennale e/o magistrale, all’Università degli Studi della Basilicata. Siamo consapevoli che la nostra Regione, come altre, abbia le sue problematiche e contraddizioni, ma abbiamo deciso di investire il nostro futuro partendo da qui perché crediamo che la cultura non conosca limiti, che sia capace di rafforzare e valorizzare quelli che sono già dei punti di forza e sia in grado di suggerire soluzioni e alternative lì dove ci sono mancanze e difficoltà. Abbiamo deciso di vivere la nostra formazione universitaria in Basilicata e non in un altro ateneo perché crediamo nelle possibilità che il nostro territorio ci offre.

Abbiamo riposto fiducia e speranza nell’istituzione universitaria, che immaginiamo quale luogo vivace di crescita, discussione, ragionamento, immaginazione, collaborazione.

Crediamo infatti di essere i veri protagonisti della nostra Università perché non la viviamo come un percorso di apprendimento fine a se stesso, ma proviamo ad assimilare ciò che ci viene insegnato in aula riflettendo e cercando sempre un riscontro con noi stessi, con gli altri e con la realtà che ci circonda, mirando a diventare cittadini consapevoli e uomini e donne migliori.

Crediamo inoltre in un’Università che ci tuteli e segua durante tutto il nostro cammino, che ascolti le nostre esigenze e non ci lasci soli nei momenti di dubbio e scoraggiamento.

Durante il nostro percorso di studi, abbiamo avuto l’occasione di conoscere il lavoro del Centro Internazionale di Dialettologia (C.I.D.), un fondamentale punto di riferimento – come, tra l’altro, anche l’Università degli Studi della Basilicata e la Regione Basilicata hanno riconosciuto – per i lucani che parlano le loro lingue e per il mondo accademico che le studia.

Infatti, da quando è nato il C.I.D. e da prima ancora col progetto A.L.Ba., durante i convegni e le scuole internazionali di dialettologia, con grande gioia abbiamo ospitato in Basilicata studenti e professori provenienti da diverse Università d’Italia, d’Europa e del mondo e negli anni abbiamo assistito con immenso orgoglio a un cambiamento di opinione riguardo l’uso del dialetto che, specie in una terra del Meridione come la Basilicata, ancora si considerava, fino a poco tempo fa, una manifestazione di ignoranza. Grazie agli studi e alle attività del C.I.D., abbiamo riflettuto sul nostro patrimonio linguistico e portato alle nostre famiglie e ai nostri amici la nostra testimonianza.

Riteniamo fermamente che in Basilicata la professoressa Patrizia Del Puente e il suo gruppo di ricerca, con la loro professionalità e passione, abbiano guidato in ambito linguistico una rivoluzione di pensiero senza precedenti. Una rivoluzione di pensiero sostenuta da numerosi progetti e molte idee concrete e pregevoli, tra cui, per esempio, quella di formare e introdurre la figura del dialettologo all’interno delle scuole secondarie di I grado.

Questo significherebbe creare circa duecento posti di lavoro nella nostra Regione, ma attualmente, in mancanza di concrete garanzie al Centro, è una porta che, come probabilmente altre, ci verrebbe chiusa a priori. Crediamo, invece, che l’intervento sensibile della Regione e l’esempio educativo e formativo dell’Università possano essere una forte motivazione per quanti, come noi, vorrebbero provare a investire nella terra loro madre o portarla con orgoglio nel mondo.

In merito a quanto è stato affermato in data 15 aprile 2021 circa la prossima firma della convenzione tra Regione e Università per l’approvazione definitiva del progetto di Dialettologia, riteniamo di meritare una risposta chiara e risolutiva per evitare di subire ulteriori danni. Crediamo infatti che, lì dove la politica fallisce, è la cultura che, coerentemente ai propri principi, debba esporsi con fermezza e difendere il proprio valore, al di là di ogni pratica difficoltà.

La prossimità della firma e dunque la prosecuzione delle attività del C.I.D. sarebbero infatti necessarie – oltre che per la ripresa del lavoro di tutela e salvaguardia delle lingue lucane – per quanti vogliano continuare a studiare le lingue della Basilicata e fare ricerca sul territorio, ma si trovano attualmente bloccati da questa situazione di spiacevole stallo.

Augurandoci che l’Ateneo possa riflettere su quanto da noi richiesto e nella raccolta firme allegata.

Le porgiamo i nostri cordiali saluti”.