Potenza, rabbia per Lorenzo e Giuseppe: “Non si può morire di scuola a 16 e 18 anni”! La denuncia

UIL e UIL Scuola Basilicata condividono le proteste degli studenti di tutta Italia, in piazza per manifestare contro l’attuale organizzazione dei progetti di alternanza scuola-lavoro.

Le manifestazioni sono nate dopo la morte di Lorenzo Parelli, lo studente morto in un’azienda durante l’alternanza scuola-lavoro, nel suo ultimo giorno di stage, e di Giuseppe Lenoci, di appena 16 anni, vittima di un incidente stradale a bordo del furgone della ditta nella quale stava svolgendo il suo stage professionale:

“La protesta degli studenti, perché non si può morire di scuola a 16 anni e neanche a 18 anni, rappresenta un grido al quale vogliamo e dobbiamo unirci.

In tutte le città italiane dove in questi giorni, come è accaduto a Potenza e a Matera, si diffondono i sentimenti di dolore giovanile, si ricordano con commozione e rabbia le morti di Lorenzo Parrelli e Giuseppe Lenoci, i due giovani che hanno perso la vita durante l’alternanza scuola-lavoro a distanza di tre settimane.

Noi come sindacato confederale e come sindacato della scuola, raccogliamo questo grido di dolore, siamo con loro e attraverso la nostra iniziativa sosterremo il rilancio del settore sul modello partecipato e democratico che è alla base della loro mobilitazione.

Seguiamo con particolare attenzione i lavori degli Stati Generali della Scuola a Roma che si sono conclusi, domenica 20 febbraio, alla vigilia dell’inizio dei tavoli tematici concordati dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Al centro temi come l’Esame di Stato, l’educazione civica, lo sport, i PTCO e il benessere psicofisico delle studentesse e degli studenti.

Tutti temi su cui i ragazzi vogliono risposte vere e concrete.

Dunque, al centro del nostro rinnovato impegno c’è il tema degli infortuni sul lavoro dei giovanissimi tra i 15 e i 19 anni, da allargare a tutti gli under 30, cioè coloro più interessati da periodi di stage formativi e apprendistato.

Questo accade perché i giovani sono più soggetti a lavori precari e di scarsa qualità che nel corso del 2021 sono aumentati a scapito di contratti a tempo indeterminato.

Questo, come abbiamo più volte evidenziato nel corso della campagna Zero Morti sul Lavoro, oltre a essere un dramma dei singoli, pensiamo alla famiglie che si trovano alle prese con questo genere di eventi, determina anche l’aumento delle diseguaglianze sociali e pone un freno alla nostra economia e alla nostra capacità di competere.

Proprio la Uil , che da tempo chiede più risorse alla Regione per il potenziamento dei controlli sulla sicurezza all’interno delle aziende, chiede che si apra finalmente un serio confronto con le Istituzioni.

Chiediamo risposte alla Regione che finora, al di là, dei proclami ha poco coinvolto i lavoratori e le parti sociali ma crediamo sia opportuno allargare il confronto anche con il Miur per verificare l’efficacia dei percorsi di formazione-lavoro, le condizioni del loro svolgimento che, purtroppo, non sempre avvengono nel rispetto delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro.

La sicurezza sul lavoro è un aspetto che richiama le istituzioni, le parti sociali e la comunità ad un grande responsabilità.

Gli studenti vengono spinti ad avvicinarsi subito al mondo del lavoro, ma questo non è accettabile.

Vogliamo, come i nostri ragazzi, una scuola che ponga al centro l’educazione, una educazione che deve trasformarsi per trasformare”.