Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Capogruppo di Idea cambiamo al Comune di Potenza, Antonio Di Giuseppe:
“E pensare che, quando a Roma si lavorava al superbonus 110% sull’edilizia come strumento per favorire il rilancio economico di uno dei settori nevralgici per il PIL del paese, quale appunto quello edile, nessun membro del governo avrebbe mai immaginato che, un provvedimento del genere, avrebbe prodotto un effetto tsunami sull’intera ripresa italiana.
Un’idea buona nelle intenzioni nata per incentivare da un lato, mediante il riconoscimento di una detrazione del 110 sulle spese per gli interventi sostenuti, la realizzazione di opere di efficientamento energetico e di messa in sicurezza dal rischio sismico; e dall’altro per sostenere il mercato dell’edilizia in affanno a seguito della crisi pandemica dell’ultimo anno e mezzo; ma che si scontra nei fatti con un aumento indiscriminato del prezzo delle materie prime che, inevitabilmente, frena tutte le iniziative delle imprese del settore, sia in campo pubblico che privato.
La carenza delle materie prime dovuta a una corsa agli approvvigionamenti e l’aumento dei prezzi rischiano infatti di far fallire una proposta lodevole ingenerando una crisi sistemica senza precedenti.
I rincari potrebbero infatti ostacolare gli impatti positivi che il superbonus aveva iniziato a produrre sull’economia visto che, subendo una drastica riduzione dei loro margini di guadagno le aziende del comparto sono, comprensibilmente, disincentivate a continuare a fare impresa.
Una Situazione imprevedibile quest’ultima che, richiede, un intervento da parte del governo nazionale.
Se infatti si sta già lavorando per temperare gli effetti del caro materiali sugli appalti di lavori pubblici attraverso strumenti con i quali compensare gli aumenti; per il settore privato la politica sembra non battere colpi.
È un allarme per il mondo produttivo e imprenditoriale che potrebbe produrre un effetto domino sul resto dell’economia italiana; ecco perché è importante una forte attenzione da parte delle istituzioni; la messa in campo di azioni che rimettano in equilibrio un mercato che rischia di incorrere in una nuova emergenza.
È impensabile infatti che Roma non si sia accorta dell’esistenza di una manovra speculativa che fa sentire le sue conseguenze non sui grandi gruppi ma sulle aziende medio piccole che sono il cuore pulsante del tessuto economico nazionale; anche il recovery plan considerato la panacea di tutti i mali, la manna dal cielo del post covid, la risorsa con la quale trainare la ripresa, potrebbe, alla luce dei fatti, rivelarsi fallimentare.
Ecco perché è urgente intervenire in modo rapido ed incisivo, massimizzare le potenzialità del settore dell’edilizia.
Se l’edilizia riparte concretamente la spinta sul PIL sarà sicuramente immediata”.




























