Ospedale Villa D’Agri: “riaperto solo parzialmente. Non è dato sapere con esattezza cosa si intende fare di questa struttura”

Di seguito una nota della segreteria provinciale della Fials Giuseppe Costanzo:

“È trascorso un mese da quel 18 Marzo, quando il Presidio Ospedaliero di Villa D’Agri, che fa capo all’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, e i servizi dell’Asp interni alla struttura, sono stati chiusi a seguito dei casi di positività al Covid-19, per fare in modo potesse avvenire la sanificazione della struttura e l’effettuazione dei tamponi al personale.

Oggi l’ospedale risulta riaperto solo parzialmente e, nonostante diverse sollecitazioni, non è dato sapere con esattezza cosa si intende fare di questa struttura.

Il problema è che all’assenza di informazione si unisce anche la mancanza di una visione programmatica da parte di esponenti politici incapaci di produrre risposte ai tanti lavoratori lasciati nel caos e alle comunità valligiane abbandonate all’inquietudine.

Lavoratori e cittadini restano così vittime di disorganizzazione, approssimazione e di una gestione tanto confusa quanto fumosa”.

Il segretario provinciale della Fials di Potenza, si sofferma a disegnare il quadro della situazione, tra reparti chiusi, aperti, accorpati, o a mezzo servizio:

“La chirurgia resta tutt’oggi chiusa a causa della carenza di medici (attualmente 2, entrambi non in servizio), tra dimissioni, e nulla osta per comandi.

La rianimazione è stata riaperta, ma sussiste il concreto rischio che non possa reggere per molto, essendo la pianta organica sottodimensionata con soltanto 3 anestesisti.

Il reparto di Ortopedia è chiuso, è disponibile solo un ambulatorio con guardia attiva h24 del medico ortopedico affiancato da un solo infermiere di ortopedia.

Medicina generale e cardiologia sono state accorpate e si ignora se la decisione è temporanea o definitiva.

La pediatria pare abbia riaperto il giorno 14 Aprile con non pochi sforzi da parte del personale, che risulta sotto organico di medici e infermieri.

Il servizio psichiatrico di diagnosi e cura, di competenza dell’Asp, è stato riaperto solo l’ambulatorio per garantire le visite e consulenze urgenti per carenza di personale, i attesa di reclutare personale Medico mediante graduatorie dell’ASL di Salerno.

La geriatria risulta chiusa.

Per l’area diagnostica il laboratorio analisi apre dal lunedì al sabato soltanto per pazienti interni e prescrizioni urgenti, la radiologia assicura consulenze al pronto soccorso e ai pazienti ospedalizzati.

L’endoscopia è chiusa.

L’ambulatorio di ostetricia-ginecologia è aperto dal lunedì al venerdì data  la presenza di un solo medico e di una sola ostetrica.

Difficile così garantire continuità alle prestazioni connesse al percorso nascite.

In questo scenario per niente roseo  il problema non è certo rappresentato da chi cerca di battersi per la verità, per l’informazione corretta e chiara, per la difesa del territorio e degli operatori ma da chi avendone il ruolo, il compito e la responsabilità non trova soluzioni, né offre risposte.

A cominciare dalla situazione di estremo disagio che colpisce l’intero personale.

Con i reparti di Chirurgia, Ortopedia e Psichiatria (Asp) chiusi dal giorno 18 Marzo, tutti i dipendenti, medici, infermieri e oss, sono a casa, in ferie obbligate.

Ne si fa chiarezza  in base a quali istituti contrattuali.

La Cardiologia non ha più la sua struttura logistica.

E’ stata unificata alla Medicina e ora il personale dei due reparti risulta sovrabbondante data la riduzione del 50% dei posti letto, per cui molti sanitari sono a casa in ferie obbligate  mentre restano due i coordinatori.

I lavoratori del Pronto Soccorso in questo momento delicato sono sotto stress. Costretti a trasferimenti infiniti, per i pazienti della traumatologia e della Chirurgia, si sobbarcano doppi turni etc.

Per il personale dell’ortopedia è stato istituita la reperibilità notturna senza nessuna informativa sindacale.

In pratica se va il medico reperibile la notte a fare gessi o riduzioni di lussazioni chiamano anche l’infermiere reperibile.

Infermieri che con il reparto aperto facevano solo turni, ora con il reparto chiuso devono fare le reperibilità.

Il personale di chirurgia sobbalzato e giorni alterni in reparti diversi, come a tappare buchi, il tutto organizzato da chi?

Data la non presenza di una dirigenza infermieristica e di un Direttore sanitario in pianta stabile.

Una gestione delle risorse umane francamente improvvisa ed incomprensibile”.

Per il segretario provinciale della Fials: “all’ospedale di Villa d’Agri si continua ad aspettare Godot”.