Basilicata, “fermare emorragia di giovani con modello norvegese: talenti pagati anche fino a 5/6 volte i colleghi italiani”! La proposta

Così il Consigliere regionale Acito sottolinea:

La Basilicata è il quarto ‘proprietario’ in termini di volume di gas naturale prodotto sul territorio nazionale italiano, alle spalle dei maggiori operatori del settore che possiedono circa il 95% del gas estratto in Italia.

È noto a tutti, infatti, che a seguito degli accordi e le successive rifasature intervenute con Total già nel 2006 e con le trattative in atto con l’altro player degli idrocarburi (Eni), la regione Basilicata avrebbe la disponibilità esclusiva di 250 milioni di metri cubi di gas annui, con una prospettiva di tale potenzialità per circa 30 anni.

La concomitanza di questi elementi (disponibilità del gas , la contingente necessità dell’incremento della produzione e il varo del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee), unitamente all’approvazione del Piano strategico regionale costituiscono PUNTI DI FORZA PER VALUTARE LE REALI INIZIATIVE di medio e lungo periodo al fine di garantire uno sviluppo sostenibile e concrete iniziative che assicurino alle generazioni future livelli occupazionali adeguati.

È già partita la strategia attraverso la partecipazione della nostra Regione al bando per la creazione di Hydrogen valley in Basilicata, nel cui territorio è stata già fatta la ricognizione dei siti produttivi dismessi localizzati nelle aree industriali della:

  • val Basento,
  • Tito,
  • valle di Vitalba,
  • Galdo di Lauria (PZ),
  • Jesce,
  • La Martella,
  • le aree PIP di Aliano (MT),
  • Guardia Perticara (PZ).

È evidente quindi che con la creazione di nuove attività lavorative, anche in settori non energetici e nell’indotto, che reimpieghino la manodopera locale, anche per le aree che risulteranno idonee all’attività di upstream (insieme dei processi operativi da cui ha origine l’attività di produzione di gas naturale, olio, combustibile e petrolio), ma per le quali comunque verrà in prospettiva a mancare l’occupazione per l’esaurimento naturale dei giacimenti, occorre già ora mettere in campo opportuni percorsi di reskilling per la creazione di nuove opportunità lavorative.

Le considerazioni suddette dovrebbero aprire ad una nuova visione strategica, direi ‘rivoluzionaria’, e radicale di politica economica regionale, o quantomeno avviare subito un apposito studio che vada in tale direzione.

Mi riferisco all’ipotesi, anche legislativa, finalizzata alla costituzione di un FONDO ‘SOVRANO’ REGIONALE che replichi il modello di collaudata esperienza norvegese, con il quale valorizzare le risorse o parte di esse (royalties e/o gas) di proprietà regionale.

Si metterebbe così in campo un positivo ‘accantonamento’ per le future generazioni, che rappresenti lo strumento giuridico- economico per prevenire e affrontare con la dovuta serenità finanziaria, future fasi economiche (anticicliche) direttamente correlate alla scontata non- rinnovabilità delle risorse fossili.

L’esempio norvegese, relativamente alla gestione del Fondo Sovrano, è un modello che, quantunque con condizioni diverse, potrebbe essere preso a riferimento dalla nostra regione.

Piccoli paesi norvegesi che, prima del petrolio erano destinati alla desertificazione antropica con i giovani che fuggivano per studiare e rimanere definitivamente lontani, hanno innescato e consolidato l’ inversione di tendenza; oggi quei paesi sono diventati poli di attrazione di talenti che, provenienti da tutto il mondo, fanno ricerca ed innovazione per imprese internazionali, essendo pagati anche fino a 5/6 volte i colleghi italiani e costituendo il vero motore dell’economia innovativa della Norvegia.

Il modello norvegese potrebbe essere mutuato in Basilicata con successive valutazioni che riguardano le condizioni ottimali riconducibili ad elementi fondamentali per lo sviluppo individuato con le tre T:

  • Tecnologia,
  • Tolleranza,
  • Talenti.

Lo sviluppo basato solo su due di queste condizioni cui la Basilicata può oggi rispondere (Tecnologia con l’obiettivo di diventare la prima regione italiana che elimina il digital divide e Tolleranza per l’accoglienza in termini di condizioni al contorno di carattere ambientale e di qualità della vita), non sono sufficienti per diventare competitivi nel mercato internazionale dell’innovazione e dello sviluppo; il fattore Talenti è l’integrazione indispensabile per puntare a una reale transizione digitale e ambientale, per dare risposte all’emorragia di giovani e di cervelli che, nonostante decenni di estrazioni petrolifere, questa regione non è riuscita a bloccare.

Il Fondo Sovrano Regionale dovrebbe puntare anche a investimenti sulle rinnovabili, con azioni mirate al potenziamento delle infrastrutture energetiche nelle aree industriali, in coordinamento con Api-bas, Sel e Consorzio Industriale di Matera.

Le politiche di attrazione saranno sicuramente potenziate dalla fornitura, nelle aree industriali, di energia alternativa prodotta con gli investimenti finanziati dal Fondo Sovrano Regionale.

La fornitura dell’energia dalle rinnovabili, insieme alle politiche finalizzate ad agevolare l’attrazione dei talenti, secondo il modello norvegese, potranno attivare la spinta propulsiva per attrarre, in Basilicata, nuovi investimenti industriali.

Mutuando il pensiero di Alcide De Gasperi siamo a un bivio per decidere se puntiamo alle prossime elezioni oppure alle prossime generazioni”.