“Da oggi non c’è più il reddito di cittadinanza: secondo la costituzione esiste un diritto al lavoro e non un diritto al reddito”. Siete d’accordo?

Il Coordinatore della Regione Basilicata di Noi con l’Italia (verso Noi moderati), Francesco Cannizzaro, “vuole far chiarezza sulle decisioni prese dal Governo di Centro Destra sulla questione molto delicata del Reddito di Cittadinanza”.

Ecco quanto afferma Cannizzaro:

Da oggi non c’è più il reddito di cittadinanza.

Il governo con questo provvedimento non ha soltanto realizzato uno dei punti forse più noti del programma elettorale presentato agli elettori a settembre scorso, ma, cosa ancora più importante, ha riaffermato uno dei valori fondamentali sui cui si basa la nostra costituzione.

L’art. 4 nel riconoscere il diritto al lavoro, infatti, stabilisce che “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

È di tutta evidenza che il primo dei princìpi fondamentali enunciati dalla Costituzione non è astratto, ma molto concreto e basato su quel concetto di centralità della persona secondo cui è nella vita di ogni giorno che ciascuno di noi realizza sé stesso e costruisce il patto sociale.

Nella visione dei Costituenti una persona senza lavoro (inteso come ogni attività di costruzione del benessere materiale e spirituale), venendo a mancare il suo contributo sociale, che arricchisce materialmente e spiritualmente gli altri cittadini, crea un danno a sé e agli altri.

Il lavoro, per tale ragione, è un diritto sicuramente personale, ma è anche un dovere sociale.

È evidente che il lavoro è fondamento della Repubblica, poiché attua in concreto la partecipazione responsabile al bene comune.

Ebbene, secondo la concezione dei nostri padri costituenti esiste un diritto al lavoro e non un diritto al reddito.

In ossequio a questo principio lo Stato ha il dovere di sostenere e aiutare in ogni modo possibile chi non può provvedere autonomamente a se stesso.

Chi al contrario è in condizione di fornire il proprio contributo e, quindi, di lavorare secondo la concezione costituzionale del lavoro, ha diritto ad essere messo nelle condizioni di farlo.

Il provvedimento del governo va esattamente in questa direzione.

Sarà necessario continuare ad attuare comportamenti e politiche coerenti, capaci di restituire concretezza allo spirito della Costituzione.

Una sfida che il paese può vincere se saprà declinarla in una missione nazionale a cui tutti il governo, le istituzioni, le parti sociali, la società civile sono chiamati a contribuire, tramite politiche di rilancio dell’economia nazionale che aiutino le imprese ad accrescere i valori occupazionali del Paese.

Un esempio di manovra politica che incentiva l’occupazione e aiuta famiglie, imprese, grazie ad un rafforzamento del welfare aziendale e delle misure di esenzione sui fringe benefit, è il taglio del cuneo fiscale.

Un impegno che il Governo ha assunto per tutelare ed incrementare il lavoro nel nostro Paese.

Questa sarebbe vera giustizia sociale, dignità del lavoro, che non sia precario e che sia più giusto e per tutti”.