La grave carenza di personale medico e infermieristico nelle nefrologie e nei centri dialisi non solo lucani è ormai un fatto noto e cronico che ANED ha segnalato e denunciato più volte, sia a livello nazionale che locale, da diversi anni.
Scrive il COMITATO ANED – BASILICATA in proposito:
“La condizione più critica è quella vissuta dall’azienda sanitaria di Potenza, sul cui territorio insistono 6 centri dialisi: Lauria, Maratea, Chiaromonte, Villa d’Agri, Muro Lucano e Venosa.
In particolare i centri di Villa d’Agri e Chiaromonte sono privi di nefrologi, situazione gravissima, il centro di Venosa ha in dotazione un solo medico, i centri di Lauria, Maratea e Chiaromonte sono gestiti complessivamente da soli 2 nefrologi, per il centro di Muro Lucano c’è la disponibilità di un nefrologo con contratto di specialistica ambulatoriale.
Gli infermieri sono carenti in tutti i centri dialisi comprese le nefrologie di Matera e Potenza.
Per sopperire alla carenza di medici, l’ASP ha sottoscritto, lo scorso anno, delle convenzioni con l’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, l’azienda sanitaria di Matera e l’IRRCS di Rionero, anch’esse con organico insufficiente.
In particolare i nefrologi di Potenza e di Matera coprono i turni dialisi a Villa d’Agri, i medici di Matera devono essere presenti anche a Chiaromonte, mentre i due nefrologi di Rionero si recano, quando necessario, a Venosa.
A Villa d’Agri, però, si dializza solo la mattina dal Lunedì al Sabato; i pazienti sono stati suddivisi in base alle condizioni fisiche e sanitarie in due turni dialisi: turni ordinari, dove il medico è sempre presente, e turni ad assistenza limitata, dove il medico è presente solo due volte al mese.
Non è certo una condizione ottimale soprattutto perché la stragrande maggioranza dei dializzati è anziana e ha bisogno di più cure e assistenza.
Ci era stato assicurato che sarebbe stata una condizione temporanea legata all’eccezionalità del momento.
Lo stesso direttore generale f.f dell’ASP, il Dott. D’Angola, in un incontro con i dializzati, avvenuto nel Maggio dello scorso anno, aveva garantito in tempi rapidi la pubblicazione di un nuovo bando di concorso per l’assunzione di nefrologi, del quale ad oggi, a distanza di oltre un anno, non si ha notizia.
In una nota del 5 Maggio 2023 a seguito di una nostra richiesta, D’Angola afferma che è in via di indizione un nuovo concorso unico regionale per complessivi 11 posti di Dirigente medico di Nefrologia ed ha come capofila l’azienda ospedaliera San Carlo.
Chiediamo conferma alla direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, ma non ne sa nulla.
Anzi, sembrerebbe che la Regione Basilicata non abbia ancora approvato il piano assunzioni relativo all’anno 2023.
Questo stato di confusione rivela l’intenzione di rendere ordinaria e definitiva la straordinarietà.
Si dimentica, però, che alcuni medici sono prossimi alla pensione, già trattenuti in servizio secondo le norme vigenti.
Ma c’è di più.
Il centro dialisi di Villa d’Agri ha bisogno di essere ristrutturato, meglio sarebbe trasferirlo in una struttura attigua da poco realizzata e rimasta ancora vuota; i nuovi pazienti che hanno bisogno di iniziare il trattamento dialitico devono cercarsi un posto in centri più distanti; sui pazienti gravano anche le complessità burocratiche derivanti dal fatto che il centro è di pertinenza dell’ASP ma è inserito all’interno dell’Ospedale, quest’ultimo aggregato all’azienda ospedaliera San Carlo.
Inoltre recentemente è stato chiuso temporaneamente il centro dialisi di Maratea, sempre a causa della carenza di personale e della legittima esigenza di garantire il periodo di ferie a chi vi opera, per cui i pazienti ivi in trattamento sono costretti a recarsi al centro di Lauria, con un sovraccarico di disagi dovuto sia al percorso stradale tortuoso che al clima torrido.
Affrontano difficoltà sempre maggiori anche i dializzati lucani e/o provenienti da fuori regione che vogliono trascorrere un periodo di vacanza in un località turistica così rinomata come Maratea.
Un altro diritto negato.
Fanelli e Bortolan, i dializzati non sono pacchi postali.
Non sono agli arresti domiciliari.
Anche loro hanno il diritto di godersi qualche giorno di riposo, quando ci riescono.
Queste sono le conseguenze disastrose del vostro silenzio”.