POTENZA: MEDICO DEL SAN CARLO ACCUSATO DI “AVER PROVOCATO ALLARMISMO” TRA I PAZIENTI

Riceviamo e pubblichiamo le nota dell’Azienda Sanitaria di Potenza (ASP) che replica alle dichiarazioni rilasciate dal dott. Maioli (responsabile del Centro Diabetologico dell’Ospedale San Carlo di Potenza):

“Nei giorni scorsi su una nota testata locale è apparso un articolo nel quale il dott. Maioli, responsabile del Centro Diabetologico dell’Ospedale San Carlo di Potenza, con dovizia di particolari e toni discutibili, per forma e contenuto, sosteneva la lentezza dell’ASP nel fornire gli ausili ai giovani pazienti diabetici sino ad esitare nella fattispecie della “interruzione di terapia”.

L’Azienda Sanitaria Locale di Potenza, che si riserva di intraprendere azioni anche di carattere risarcitorio nei confronti del referente, intende fare piena chiarezza sulla vicenda.

In primo luogo occorre chiarire che invocare l’ interruzione di terapia è improprio e  volutamente fuorviante. La terapia del diabete tipo 1 è rappresentata dalla somministrazione dell’insulina, che può avvenire tramite penne o microinfusori (cosa che è stata sempre garantita), nell’articolo invece si lamentano ritardi nell’erogazione dei sistemi di controllo della glicemia. Tale considerazione di lapalissiana evidenza non può essere sfuggita ad un professionista di chiara fama locale nonché prescrittore autorizzato per la fornitura dei sistemi di monitoraggio glicemico, che, si ribadisce, attengono alla fase del controllo.

La richiesta di fornitura di detti sistemi, che necessita di prescrizione di uno specialista abilitato, per buona prassi, va sottoposta ad una valutazione di appropriatezza prescrittiva, talora effettivamente non riscontrata e successivamente sottoposta a procedura di acquisto tramite pubblico mercato e secondo le regole in uso. Tanto anche in considerazione del fatto che tali beni gravano sulla spesa sanitaria regionale. E’ bene precisare che non è intenzione dell’ASP in questa sede invocare il contenimento della spesa per la fornitura di tali beni ma chiarire che poiché si tratta di spesa pubblica necessita dei necessari passaggi amministrativi e dei relativi tempi tecnici che sono posti anche a garanzia di tutti gli utenti.

Tra l’altro, per accelerare detti tempi, l’ASP nei giorni scorsi aveva proceduto a chiedere al dott. Maioli una previsione del fabbisogno per il 2018; richiesta che ha trovato puntuale riscontro da parte del dottore stesso. Tanto consentirà all’Azienda di predisporre di una congrua fornitura dei beni richiesti per tutto il 2018.

Va precisato inoltre che i pazienti sempre ed in ogni caso debbono essere formati ad autogestire la terapia con il classico automonitoraggio con glucometro. Pertanto i tempi di fornitura del dispositivo non possono aver messo in pericolo l’incolumità dei pazienti proprio per la competenza acquisita nell’automonitoraggio. E’ possibile infatti che l’ausilio vada incontro a guasti o smarrimento da parte del paziente.

Desta molta preoccupazione aver appreso dalla testata giornalistica che il dott. Maioli ritiene detti ausili infungibili, ossia non sostituibili con nessun altro materiale”. In realtà questo è proprio uno dei motivi che ha richiesto un approfondimento di appropriatezza prescrittiva dal momento che i sistemi di monitoraggio prescritti e a cui si fa cenno nell’articolo non sono assolutamente infungibili.
A tale riguardo si riporta la definizione di infungibilità: ” L’infungibilità in campo sanitario attiene alla mancanza di una alternativa diagnostica, terapeutica o tecnica; attiene cioè ad aspetti funzionali o di risultato….”

Lo stesso dott. Maioli non avrà difficoltà a riconoscere che esistono sul mercato altri dispositivi con identici aspetti funzionali e di risultato e che effettuano prestazioni totalmente sovrapponibili al dispositivo da lui definito, non correttamente, infungibile.

Si afferma infine che è falsa e priva di fondamento l’affermazione del dott. Maioli riferita al diritto dei pazienti ad avere un microinfusore, affermazione senza senso dal momento che la presunta disfunzione non riguarda l’acquisto del microinfusore, ossia del dispositivo che eroga insulina e che la ASP non ha fatto mancare neanche per un minuto ai pazienti che lo utilizzano, bensì l’acquisto di un sistema che consente un controllo continuo dei valori glicemici alternativo al classico controllo con glucometro.

La ricostruzione dei fatti sopra esposta evidenzia la presenza di un falso procurato allarme verso un’utenza debole, indotta da uno specialista che ben dovrebbe conoscere e capire le regole prescrittive ed i percorsi di acquisto e fornitura di un bene pubblico”.