Riceviamo e pubblichiamo di seguito il comunicato dei Carabinieri giunto alla nostra Redazione:
“La giornata di giovedì scorso, 7 aprile, a Potenza, è stata segnata da una triste e, per alcuni versi, preoccupante vicenda, il cui epilogo si è avuto solo in serata, intorno alle 19:30, grazie all’intervento risolutivo dei Carabinieri negoziatori del Comando Provinciale di Matera.
Si è trattato di un evento caratterizzato da molteplici istanti di tensione, in cui il protagonista, un uomo di 56 anni, già in cura per disturbi mentali, che risiede nel capoluogo, ove vive all’interno di un condominio, poco dopo le 9:00 di mattina, si è barricato in casa, mentre era da solo, isolandosi dal contesto esterno e rifiutando l’attivazione di ogni possibile canale di comunicazione, anche telefonica, da parte di familiari e amici, fino a minacciare chiunque si fosse avvicinato alla sua dimora.
La repentina reazione si è avuta verso le 09:00, nel momento in cui personale del Centro Igiene Mentale dell’Azienda Sanitaria del capoluogo lo ha raggiunto per eseguire una visita medica.
In quel frangente ci si è resi conto che questi presentava delle alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, evidentemente da lui rifiutati.
In una situazione del genere, si sono innescate una serie di iniziative, in termini di soccorso pubblico, da parte degli enti istituzionali preposti, che potesse, da un lato, assicurare una forma di aiuto e sostegno in favore di chi, comprensibilmente, stava attraversando un momento di rilevante difficoltà, ma, anche di tutela per le terze persone, abitanti nello stesso edificio o che avrebbero potuto interagire con l’interessato in altre circostanze, pertanto sotto il profilo dell’ordine e sicurezza pubblica.
In tale scenario, i Carabinieri del Comando Provinciale e della Compagnia di Potenza hanno assunto la direzione delle operazioni attraverso cui sono stati coordinati tutti gli interventi successivi, nel pieno rispetto di procedure da attuare in casi analoghi, che hanno coinvolto sia la struttura sanitaria di riferimento, tra cui il servizio 118, oltre ad appartenenti al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e della Polizia Locale, per valutare soluzioni utili conseguenti.
Tanto che il comune di Potenza ha dovuto disporre un provvedimento di Trattamento Sanitario Obbligatorio – TSO – che potesse portare ad un ricovero presso idonea struttura, proprio per garantire un’assistenza alla persona, avendo ritenuto che non sussistevano le condizioni che consentissero l’adozione di misure extra – ospedaliere.
Con il trascorrere del tempo, visto che erano risultati vani tutti i tentativi messi in campo, nella consapevolezza, pertanto, di un aperto rifiuto alla collaborazione dell’uomo, che andava in escandescenza anche dall’interno della casa, urlando frasi scomposte, ci si è resi conto di dover ricercare una soluzione, ipotizzando anche un accesso forzoso, anche perché, nel pomeriggio e per alcune ore, non si è riusciti a cogliere un suo cenno di risposta o stabilirci un’interlocuzione.
Sulla base di dette considerazioni, ritagliando un’area che potesse consentire agli operanti di agire in sicurezza a ridosso dell’appartamento della persona, posto al primo piano dell’edificio, si è optato per l’intervento di due Carabinieri “Negoziatori” del Comando Provinciale di Matera, in abiti civili, i quali, appena giunti, a più riprese, hanno tentato di avviare un’interazione con il barricato in casa.
Si è dovuti giungere a poco prima delle 19.00 quando il soggetto, avendo colto all’esterno una maggiore presenza di passanti che si soffermavano, forse incuriositi nel notare un insolito “movimento” di donne/uomini in divisa, è uscito sul balcone ed ha iniziato ad urlare all’indirizzo dei due “Negoziatori”.
Questi ultimi, sebbene in un momento di agitazione che si era ragionevolmente creata, a distanza di diverse ore dal primo intervento, hanno messo in campo la loro esperienza e competenza, iniziando un dialogo con il soggetto.
Nel volgere di alcune decine di minuti, questi, scorgendo nei pressi dell’ingresso dello stabile la presenza dei soli due militari, mentre gli altri, volutamente, si erano defilati, per evitare di innalzare i livelli di tensione, ha iniziato a comunicare con loro, i quali lo hanno persuaso a desistere dalla sua condotta, riuscendo caparbiamente ad indurlo, con uno stratagemma, ad uscire di casa “per andare a prendere un caffè, che gli sarebbe stato offerto”.
L’invito è stato accolto, tanto che l’interessato “fissando la discesa da casa nel giro di 120 secondi”, finalmente, dopo oltre 10 ore di “trattative” ed un costante lavoro di squadra, è giunto sulla soglia dell’ingresso del condominio, dove è stato immediatamente bloccato dai sanitari, insieme agli altri operatori presenti, di modo da poterlo sedare in maniera appropriata, tutelando soprattutto la sua incolumità.
Successivamente, mediante ambulanza, egli è stato accompagnato e ricoverato presso un nosocomio della provincia.
Al riguardo, si deve sottolineare l’importanza dei militari “Negoziatori” intervenuti, che hanno fornito un apporto determinante e risolutivo dell’evento.
In particolare si tratta di una figura professionale di rilievo dell’Arma, quella, appunto, del “Negoziatore operativo di primo livello”, unico tra le Forze di polizia in ambito provinciale, formato ed aggiornato dagli istruttori di “Negoziazione Operativa e Antiterrorismo” del Gruppo Intervento Speciale dell’Arma dei Carabinieri, tramite un corso estremamente impegnativo e selettivo svolto presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative (I.S.T.I.) a Velletri (RM).
L’attività formativa è volta all’apprendimento delle migliori tecniche, strategie e modalità di intervento psicologico – comportamentale utili a risolvere situazioni critiche, “al limite”, correlate con la presenza di soggetti ostili (c.d. “offender”) e oppositivi (come ad es. le persone in preda ad agitazione psico-fisica, per uso di droghe o farmaci, sul punto di commettere un suicidio, criminali asserragliati in banche/covi o durante la commissione di reati, stalker che sequestrano ex mogli/conviventi in casa, ecc.).
Non potendosi escludere un diverso esito, che si sarebbe potuto delineare, mediante un accesso coatto in casa, nel frattempo, durante lo svolgimento delle attività in essere, era stata allertata un’altra componente speciale dell’Arma dei Carabinieri, vale a dire la “Squadra Operativa di Supporto” (S.O.S.) del Reggimento Mobile Carabinieri “Puglia”, assetto in grado di supportare i reparti dell’Arma territoriale in situazioni rischiose, mediante personale altamente specializzato ed equipaggiato”.