Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di UIL FPL Basilicata:
“La piena attivazione dell’area delle professioni e del personale sociosanitario necessita di conseguenti atti normativi con adempimenti che iniziano il loro iter proprio dal Ministero della Salute.
In questa emergenza sanitaria e in vista della imminente campagna di vaccinazione della popolazione italiana, a partire dal personale sanitario e dalle categorie più deboli, si può e si deve procedere, a partire dalla prossima finanziaria, all’inquadramento definitivo agli OSS (Operatore socio-sanitario), dando così il giusto riconoscimento ad una categoria di lavoratori che sta contribuendo molto al contrasto della pandemia.
Dopo anni con l’articolo 5 della legge 3/18 si è contestualizzata e rilanciata l’istituzione dell’area delle professioni socio-sanitarie, indicando già i primi quattro profili che la compongono tra cui quello relativo agli OSS.
Questo risultato presuppone però successivi adempimenti da compiere per dare concretezza, quanto mai necessari e attuali anche in questa fase contrattuale sia del pubblico impiego che nei settori sanitari e sociosanitari privati e/o accreditati.
Per quanto concerne il profilo professionale di operatore sociosanitario si può avviare a soluzione il suo attuale inquadramento incongruo nel ruolo tecnico; certamente in questa nuova riconosciuta collocazione giuridica può trovare la corretta collaborazione e interazione con le professioni sanitarie e sociosanitarie.
Ministero della Salute e Regioni devono avviare ora il processo di perfezionamento, contenuto già nello specifico tavolo ministeriale e mai attuato, a iniziare dalla formazione, ribadendo sia la titolarità delle sedi formative del Ssn che un’eguale formazione quantitativa e qualitativa a livello nazionale.
Occorre quindi rivedere la formazione dell’OSS in modo che si possa passare definitivamente dall’inquadramento nel ruolo tecnico a quello delle professioni socio-sanitarie.
Sarebbe necessario rivederne le competenze prevedendo anche la loro implementazione con percorsi formativi successivi al diploma, stabilire un percorso formativo omogeneo sul territorio nazionale e se è il caso riordinando la formazione degli istituti professionali di servizio sociale, come già stanno facendo molte Regioni.
La questione è complessa ma non complicata e può vedere un suo definitivo compimento a partire dal prossimo anno 2021″.


























