Potenza, chiusura di questa Scala Mobile: le precisazioni

I consiglieri comunali del gruppo “Uniamoci per Potenza” Francesco Catapano, Lorenzo Del Giacco, Giammarco Guidetti, Anna Mecca, Rosa Pietrafesa e Giovanna Rizzo intervengono sull’annunciata chiusura della scala mobile Prima:

“per ristabilire la verità dei fatti su una vicenda che, negli ultimi giorni, è stata oggetto di una narrazione distorta e strumentale.

La chiusura del tratto di scale mobili tra viale Marconi e piazza XVIII Agosto incide direttamente sull’organizzazione della mobilità del capoluogo e sulla qualità dei servizi offerti.

Si tratta di un’infrastruttura strategica per la città e per l’intero territorio regionale, la cui interruzione produce effetti concreti e negativi sulla vita quotidiana dei cittadini, con particolare impatto sui residenti e sui lavoratori.

È necessario partire da un dato politico chiaro: la scadenza tecnica dell’impianto, fissata all’ottobre 2024, era nota e certificata da anni.

Nonostante ciò, chi ha amministrato la città tra il 2019 e il 2024 non ha avviato alcuna programmazione strutturale, né ha promosso un confronto istituzionale con la Regione Basilicata finalizzato a garantire le risorse necessarie al rifacimento dell’infrastruttura.

L’attuale Amministrazione, insediatasi nel luglio 2024, si è trovata a gestire una situazione già compromessa.

Sin dai primi mesi di mandato ha agito per evitare l’interruzione immediata del servizio, ottenendo una proroga che ha consentito di spostare la chiusura dall’ottobre 2024 al dicembre 2025 e stanziando 200.000 euro di risorse comunali per mantenere in funzione l’impianto.

Contestualmente, nell’agosto 2024, il Comune di Potenza ha formalmente richiesto alla Regione Basilicata un contributo pari a 6,5 milioni di euro, indispensabile per realizzare l’unico intervento tecnicamente possibile: la completa sostituzione delle rampe della Scala Mobile 1 (impianto “PRIMA”), giunta al termine della sua vita tecnica dopo 30 anni di esercizio.

Nel maggio 2025 è stato comunicato che il progetto era stato inserito nell’atto integrativo dell’Accordo per la Coesione Governo–Regione.

Tuttavia, nel corso del 2025, a fronte di ripetuti rinvii e dell’assenza di decisioni definitive, le risorse necessarie non sono state sbloccate.

Oggi, a fine 2025, il quadro è chiaro: in assenza del finanziamento richiesto, la chiusura dell’impianto diventa un atto obbligato, imposto dalle normative nazionali in materia di sicurezza e dal raggiungimento del termine di vita tecnica, sotto la vigilanza di ANSFISA.

Nel frattempo, l’Amministrazione comunale sta lavorando per limitare l’impatto sociale e occupazionale, attraverso il potenziamento del trasporto pubblico locale e l’attivazione di servizi sostitutivi, e farà tutto quanto nelle proprie possibilità per evitare la chiusura degli ascensori che collegano via del Popolo con Piazza XVIII Agosto, infrastruttura fondamentale per garantire accessibilità e continuità nei collegamenti verticali del centro cittadino.

Il Comune di Potenza ha fatto la propria parte e continua a farla, assumendosi fino in fondo le responsabilità che competono a un’amministrazione locale.

Con la stessa chiarezza, però, è necessario affermare che anche la Regione Basilicata e il Governo nazionale sono chiamati a fare la loro, soprattutto quando si tratta di servizi essenziali che superano i confini cittadini e incidono sull’intera comunità regionale.

Ed è proprio qui che si misura la responsabilità politica di chi ha governato in passato.

Negli anni in cui la scala mobile Prima si avvicinava progressivamente al termine della propria vita tecnica, l’Amministrazione di centrodestra ha scelto di concentrare attenzione politica e iniziativa istituzionale su interventi dal forte valore simbolico e comunicativo, come la richiesta al Governo nazionale di finanziare la piscina olimpionica.

Nel frattempo, veniva lasciata senza risposte la necessità di intervenire su un’infrastruttura fondamentale per la mobilità quotidiana del capoluogo.

Non si è trattato di una svista, ma di una scelta politica precisa: privilegiare operazioni visibili e slogan rispetto alla manutenzione di un servizio essenziale, rinviare il problema e scaricarne oggi le conseguenze sulla città.

Chiamare le responsabilità con il loro nome non è polemica: è un atto di rispetto verso i cittadini e verso Potenza”.

(In copertina: foto fornita dai firmatari del comunicato)