“SUL PETROLIO CI HANNO MANGIATO IN MOLTI: ADESSO TOCCA AL POPOLO FARSI SENTIRE” QUESTO L’APPELLO DI…

Raccogliamo e pubblichiamo il commento di Giorgio Santoriello dell’Associazione Cova Contro, inerente alle dichiarazioni dell’assessore regionale all’ambiente, Francesco Pietrantuono, circa la decisione di chiudere il centro olio Eni di Viggiano:

“E’ una sceneggiata triste e pericolosa.

In Basilicata il lavoro che stanno facendo in queste settimane gli uomini e le donne di Arpab (elogiati da Pietrantuono) lo dovevano fare da anni.

La Regione si è svegliata tardi volutamente perché sul petrolio ci hanno mangiato in molti, definirle lacrime di coccodrillo è poco, qui oltre all intelligenza delle persone viene offesa proprio la dignità umana e le prerogative costituzionali dei cittadini.

Tutto quello che dice Pietrantuono è pura demagogia, nonché un tentativo politico di mascherare le responsabilità della forza politica della Giunta alla quale appartiene.

Noi in questi ultimi mesi a Pietrantuono abbiamo proposto di tutto:

  • gli abbiamo detto che il masterplan dell’Arpab è assolutamente incompleto;
  • nonostante l’Arpab sia sotto organico c’è tanta gente che ancora usufruisce dei comandi e quindi viene spostata in altri uffici della regione Basilicata;
  • non è chiaro che cosa dobbiamo fare noi lucani visto che il masterplan dell’Arpab dovrebbe probabilmente essere attuato nel Marzo del 2020.

Quindi noi nel frattempo cosa dovremmo continuare a fare? A vivere per il buon cuore degli inquinatori?

Anche perché visto che adesso Arpab sta concentrando tutte le sue forze sul Cova e nelle immediate vicinanze, nel resto della regione cosa si sta facendo?

Se già prima non c’erano gli uomini e i mezzi per far osservare tutte le Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) per tutti gli impianti della regione, adesso che Arpab sta lavorando solo sul Cova, per Tempa Rossa (dove ci sono tante già conclamate contaminazioni di falda e per Tecnoparco (dove gli scarichi non si sa più chi li controlla) cosa si sta facendo?

E’ criminale piangere oggi su dei problemi che dovevano essere affrontati a monte: è stata una tragedia annunciata collocare un impianto come quello di Viggiano a 2,5 Km, a monte di un invaso ad uso potabile in una zona ricca d’acqua, ad elevato rischio sismico e pieno di attività agricole.

Quindi se la Regione sospende Eni, qualcuno dovrebbe sospendere la Regione che ha dimostrato più volte di non voler essere all’altezza delle sfide.

Il problema non è l’inquinamento ma rinunciare ai 250milioni di euro annui di royalty ed a tutta la corruzione, il clientelismo, l’assistenzialismo e i voti di scambio che da essi derivano.

Il primo problema dell’inquinamento è la questione culturale, quella ambientale ne è solo la diretta conseguenza.

Il problema è che fino a quando una regione stupenda come la Basilicata verrà gestita da questa classe dirigente noi non potremo che aspettare l’ennesimo disastro.

Ora la palla deve passare al popolo nel senso che i lucani adesso devono capire se vogliono essere popolo o piccoli clan familiari.

Invito il popolo a far sentire la propria voce aderendo a manifestazioni: perché nel momento in cui la Costituzione non viene rispettata e non viene attuata allora la sovranità deve tornare nelle mani del popolo.

Noi vogliamo far rispettare il diritto alla salute dei lucani con azioni di sensibilizzazione nazionale che nessuno può censurare.

Per protestare contro uno Stato che schiaccia la Basilicata per prendersi i proventi delle estrazioni bisogna bloccare le arterie stradali principali e lanciare un messaggio chiaro”.