Potenza, dalla provincia a Roma: il Dott. Ruggiero aiuta i piccoli malati oncologici. Il progetto

Continua incessante l’attività di ricerca del prof. Antonio Ruggiero, originario di Sant’Angelo le Fratte (PZ) e direttore del reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma.

“Nelle gare i cavalli saltano gli ostacoli così nella vita aiutano i pazienti a saltare l’ostacolo più alto: la malattia”.

È con questa metafora che, a Piazza di Siena, sono stati presentati i primi risultati del progetto POP (Pony & Oncologia Pediatrica).

L’iniziativa partita nel 2022 da un accordo tra la Federazione Italiana Sport Equestri ed il Policlinico Gemelli di Roma ha previsto un ciclo di venti incontri presso i circoli messi a disposizione dalla Fise.

Ha spiegato Antonio Ruggiero, direttore dell’Unità Operativa di oncologia pediatrica dell’ospedale:

“Per i bambini è molto importante mantenere un ponte con le attività esterne.

Questo fa comprendere ai piccoli che i percorsi di cura sono transitori e che dalla malattia si può guarire”

Un modo per alleggerire le giornate dei malati e tornare ad una vita fatta di normalità.

Il progetto prevede una prima la fase “In therapy”, con un lavoro in ospedale: «L’arrivo di questi pony nei giardini del Policlinico ha suscitato subito interesse.

Tutti si chiedevano che cosa ci facessero i cavalli in ospedale», racconta con un sorriso il direttore.

La seconda fase “Off therapy” si svolge nei circoli equestri, con i pazienti che hanno terminato il percorso di cura.

«Durante il recupero bisogna curare il fisico, ma anche la mente.

Riscoprirsi bravi in un’attività rassicura i bambini e dà loro valore positivo», conclude Ruggiero.

Il ricordo della malattia, soprattutto nei pazienti più piccoli, a poco a poco svanisce e lascia il posto solo ai momenti di spensieratezza.

Una volta lasciato l’ospedale, molti di questi decidono di mantenere il legame con i cavalli, iniziando a praticare equitazione.

Aggiunge la psicologa Chiara De Santis, specializzata in interventi assistiti con gli animali:

“È emozionante per noi che li abbiamo visti guarire. Chissà che tra loro non ci siano future storie di amazzoni e cavalieri”.

Proprio da questa è arrivata l’idea di un diario che racconti emozioni, paure e momenti di benessere durante il difficile percorso di riabilitazione.

Spiega la dottoressa:

“Abbiamo chiesto ai genitori di tenere nota di tutto quello che provano e vivono i loro figli.

È fondamentale includere le famiglie che fanno sacrifici enormi per stare accanto ai bimbi malati“.

La guarigione, insomma, non passa solo da medicine e cuciture sulla pelle.

La sinergia tra istruttori di equitazione e medici ha portato gli animali a diventare parte dell’équipe.

Il ruolo sociale dello sport è stato sottolineato dal presidente della Fise Marco di Paola:

“In questa disciplina ci sono due atleti: il cavaliere o l’amazzone e il cavallo.

Il fatto che un animale di seicento chili si faccia montare da un bambino di trenta ci fa capire quanto altruismo e collaborazione ci sia in loro”.

Un filo parallelo lega i cavalli all’arte e all’oncologia.

Nel corso della conferenza è stata presentata l’opera “Anima”, realizzata da Lara Androvandi durante il laboratorio artistico con i piccoli pazienti.

Il dipinto è stato creato con la tecnica “Ebru Art”, pittura ad acqua con l’uso di un pennello in setole di criniera.

Ad essere ritratta è la testa del cavallo su sfondo giallo, simbolo dei bambini malati di tumore.

Racconta commossa l’artista che dagli occhi dell’animale ha fatto emergere un cuore:

“In questi pezzi di carta che compongono l’opera c’è anche l’anima dei bambini che non ci sono più.

Aver realizzato questa opera per il reparto oncologico mi emoziona e gratifica molto”.