Potenza: assistenti sociali, sociologi e operatori sociosanitari dimenticati due volte! Ecco la denuncia

“Hanno dimenticato due volte gli operatori socio sanitari: prima come eroi nella lotta al Covid-19, e poi, negando loro la collocazione che gli spetta nel ruolo socio sanitario”.

Il segretario provinciale della Fials di Potenza, Giuseppe Costanzo commenta con amarezza le decisioni della presidenza del Senato in sede di conversione in legge dell’ultimo Decreto Ristori di non ammettere un emendamento, anche se era stato già bollinato e approvato, in quanto sarebbe una norma a regime e non legato al Covid.

Spiega Costanzo:

“Un emendamento a costo zero, quello presentato dalla senatrice Paola Boldrini ed altri, per il ‘collocamento degli assistenti sociali, sociologi e operatori sociosanitari nel ruolo sociosanitario‘.

E’ stato così negato un semplice riconoscimento della reale natura del lavoro svolto da questo personale dipendente del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) e attualmente collocato nel ruolo tecnico.

Ma qualcosa è andato storto e analoga sorte è toccata all’emendamento presentato dall’on. Vito De Filippo in sede di approvazione della Legge di bilancio.

La scelta fatta è discutibile perché questa norma è legata all’attuale situazione pandemica da Covid-19.

Lo ha riconosciuto il Governo che ha posto adeguati finanziamenti per le assunzioni di Oss (Operatore socio-sanitario), quale personale di supporto o meglio di stretta collaborazione con gli infermieri, come anche di assistenti sociali nelle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale).

Ma non è giusto ricordarsi di queste persone solo nel momento dell’assoluta emergenza, alla quale hanno risposto con forti rischi e poi dimenticarsene quando bisogna riconoscerne i diritti”.

Per contestare la decisione del presidente Casellati, il segretario generale della Fials, Giuseppe Carbone, ha scritto ai presidenti di Senato e Camera, e a ministro e viceministro della Salute, invitandoli a cogliere l’occasione di apportare la:

“giusta modifica allo stato giuridico del personale del SSN”.

Modifica attesa dagli operatori in prima linea.

Continua Carbone:

“Un operatore che si chiama anche ‘sociosanitario’ perché dovrebbe stare nel ruolo tecnico, nomen omen.

Così come un professionista qual è l’assistente sociale con l’obbligo di iscrizione al suo ordine e che opera quale attore principale per l’integrazione sociosanitaria perché dovrebbe essere nel ruolo tecnico?

Gli emendamenti respinti avrebbero dato serenità e dignità a decine di migliaia di dipendenti e professionisti che dopo decenni avrebbero avuto la loro giusta collocazione giuridica, permettendo l’avvio del rinnovo contrattuale con il corretto inquadramento professionale.

Si è voluto negare il diritto al corretto nome dell’inquadramento, è un adempimento che il Governo avrebbe dovuto già fare in propria autonomia quale atto dovuto per effetto del ricordato articolo 5 della legge 3/18″.

Perciò il sindacato invita il ministro Speranza “a farsene carico direttamente”, confidando nella sensibilità dei presidenti di Senato e Camera, e degli altri esponenti del governo, “a inserire l’istituzione del ruolo socio sanitario, prima della scadenza di questo anno”.