Basilicata, dopo la rivolta chiesta: “l’immediata espulsione dall’Italia di tutti gli extracomunitari sospettati di crimini”

Dopo la notizia relativa alla rivolta e l’arresto dei migranti nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio, non è tardato ad arrivare il commento di  Aldo Di Giacomo, presidente di Una Nuova Italia-Basilicata.

Nella nota di Di Giacomo si legge:

“Quando si deciderà il Governo a chiudere il Centro di permanenza per il rimpatrio di Palazzo San Gevasio come tutti gli altri?

Nel ricordare che l’estate scorsa è avvenuto l’arresto all’interno dello stesso Cpr di due extracomunitari che ha fatto seguito a quello di poco precedente di un terrorista macedone, nel recente passato ospitato sempre a Palazzo, Di Giacomo denuncia il rischio quotidiano che conferma la fondatezza e la gravità della nostra denuncia sulla situazione di emergenza che si registra in questo come in altri Centri che sono presenti sul territorio nazionale.

Oggi si è assistito ad un’autentica rivolta che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi non solo sul personale di vigilanza ma anche sulla popolazione civile.

Gli ultimi dati forniti dal Ministero alla Giustizia con il precedente Ministro Orlando  sono sicuramente superati da una situazione in forte evoluzione per il continuo e costante ingresso di cittadini extracomunitari di fede islamica (e non) nei Cpr e  nei nostri istituti penitenziari.

Ma se è assolutamente chiaro chi sono i terroristi e i violenti, in quanto sono in carcere perché imputati o arrestati per una specifica fattispecie di reato, non è così chiara la costruzione delle altre tre categorie entro cui sono collocati i detenuti ritenuti ‘radicalizzati’.

Per questo è indispensabile sviluppare nei CPR e nelle carceri programmi mirati alla formazione di personale che sappia individuare i processi di radicalizzazione per aiutarli a distinguere la pratica religiosa, o il riferimento a una particolare concezione dell’islam, dai possibili indicatori di radicalizzazione.

Altra nostra richiesta è quella di rafforzare il personale di polizia penitenziaria specie negli istituti dove il numero di detenuti extracomunitari ed islamici è più alto e dove si continuano a verificare episodi di aggressione al personale.

Ovviamente insistiamo nella sollecitazione rivolta al Governo a chiudere tutti i CPR attraverso l’immediata espulsione dall’Italia di tutti gli extracomunitari sospettati di crimini compiuti nei Paesi d’origine e che potrebbero commetterne da noi”.