TITO: “SENZA BONIFICHE NON C’È FUTURO”! DOPO IL RITROVAMENTO DELLE 600 “BOMBE” VELENOSE…

Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato delle “bombe” di veleni (600 sacchi di amianto) rinvenute all’interno della ex Materit a Ferrandina (MT).

Oggi, a distanza di una settimana, a chiedere un tavolo regionale è il segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Francesco Carella:

“La Regione convochi le organizzazioni sindacali per fare chiarezza sulle bonifiche dei siti industriali inquinati.

È essenziale lo sblocco delle bonifiche per restituire parti cospicue delle aree industriali di Tito e della Valbasento alla piena fruibilità in condizioni di massima sicurezza ambientale.

Il caso dei sacchi di amianto della ex Materit è solo la punta dell’iceberg e segnala l’urgenza di accendere i riflettori dei media e dell’opinione pubblica sugli inaccettabili ritardi nel programma di bonifica della Valbasento.

Non è migliore la situazione a Tito dove è stata da poco affidata la caratterizzazione radiologica propedeutica alla bonifica del bacino di fosfogessi della ex Liquichimica.

Anche in questo caso siamo solo alle premesse di un lavoro che richiederà tempo e risorse”.

Carella chiede chiarimenti alla Regione anche sul risanamento ambientale del sito della ex Daramic, sempre a Tito e continua:

“Senza le bonifiche non ci sarà alcun futuro per le aree industriali di Tito e della Valbasento.

Il risanamento ambientale dei due siti di interesse nazionale è una precondizione per restituire alla piena operatività le due aree industriali e mettere in campo un piano di attrazione di nuovi investimenti e posti di lavoro”.