Basilicata: “assicurare la stabilizzazione e un salario non più da elemosina a questi 1800 lucani”. La situazione

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Carmine Ferrone, consigliere Provincia Potenza:

“Circa 1800 lucani con famiglia a carico hanno diritto prima di tutto alla dignità di persone con il riconoscimento del lavoro che svolgono nella pulizia di strade, in servizi importanti per i Comuni, nell’assistenza domiciliare.

Sono i percettori del Reddito minimo di inserimento e quelli del progetto ex Tirocini di inclusione sociale in lotta da settimane per ottenere diritti che in questo secolo dovrebbero essere normalità e che invece sono loro negati.

E’ una vertenza, con la mobilitazione accentuata in questi giorni, a cui va pieno sostegno e piena solidarietà, che ha bisogno di soluzioni rapide e definitive per sanare una situazione intollerabile.

Basti pensare – è il caso di ricordarlo a quanti lo ignorano e a quanti fingono di ignorarlo – che questi lavoratori per lunghissimi anni non hanno usufruito di alcun beneficio contributivo e previdenziale, a cominciare dal riconoscimento della malattia, alla maternità, sino al diritto, riconosciuto in tutti i contratti di lavoro, di essere retribuiti per le ore di straordinario prestate.

Al reddito da fame, in media di 500 euro mensili, si è aggiunta la penalizzazione dell’esclusione dal Reddito di Cittadinanza, nonostante le promesse del Presidente Bardi di rivedere la questione del divieto di cumulo tra reddito di cittadinanza e Rmi/Tis, previsto dalla Delibera di Giunta 1011/2017.

Sono proprio le promesse di Bardi per l’inserimento diretto dei lavoratori nelle attività delle società partecipate della Regione Basilicata e degli enti strumentali che indignano questa platea di precari.

E’ ora di finirla con i giochetti politici di Giunta e maggioranza di centrodestra sulla pelle di queste persone alle quali assicurare la stabilizzazione e un salario non più da elemosina“.