POTENZA, DESERTI I NEGOZI DEL CENTRO STORICO: ECCO L’INDAGINE

L’indagine del Centro Studi Confcommercio condotta nei centri storici di 120 città italiane medio-grandi sulla desertificazione in atto da anni rispecchia la situazione che vive il centro storico del capoluogo di regione: una riduzione tra l’11 e il 15% dei negozi nonostante i segnali di resilienza che perdurano dal 2015.

Le peggiori contrazioni della sede fissa investono i settori tradizionali (ma non l’alimentare) mentre sono in crescita ICT e farmacie (cambiamento dei gusti:  più salute e tecnologia).

Altre caratteristiche: crescita impetuosa di ristorazione e alloggio (con ombre sulla modificazione della qualità media dell’offerta); correlazione positiva con commercio fisso al dettaglio.

Ancora dall’indagine: al crescere dell’età media delle attività commerciali esso si riduce, in particolare nei centri storici; dove la densità dei negozi è maggiore, là la crescita è minore o la riduzione è maggiore.

Se i consumi calano del 10% i negozi complessivamente si riducono del 2%; se i consumi crescono i negozi smettono di calare, ma non crescono; gli imprenditori utilizzano la nuova domanda per migliorare ricavi e i margini; il ciclo economico ha quindi un impatto asimmetrico sul numero di negozi in sede fissa.

La scelta di localizzazione CS (Centro Storico) contro NCS (Non Centro Storico) è influenzata dal rapporto tra i canoni di locazione commerciale- al crescere del 10% di questo rapporto (canone CS su canone NCS), il numero di negozi nel centro storico si riduce quasi di 3,5 punti percentuali.

La desertificazione commerciale dei centri urbani, in particolar modo dei centri storici, ed il conseguente degrado delle aree urbane è un problema di grande attualità ancora in cerca di adeguate soluzioni.

Un problema che va di pari passo con una diffusa e crescente diminuzione della qualità della vita delle città, una percezione di scarsa sicurezza e di ordine pubblico e, in genere, un impoverimento del ruolo e del valore sociale del centro cittadino.

Per Fausto De Mare, presidente Confcommercio Imprese Italia Potenza “un centro depauperato delle attività commerciali degrada in un “quartiere ghetto” o in un “quartiere dormitorio”.

Il contrario della desertificazione è, invece, un centro urbano che vive, “salotto buono” della città che diviene un grande contenitore non solo commerciale ma anche di cultura, di arte, di enogastronomia, di artigianato, di divertimento. Evidentemente gli strumenti classici della pianificazione urbanistica adottati finora non bastano.

Occorre, quindi, introdurre, accanto a questi strumenti, ulteriori misure che coinvolgano tutti gli attori in campo: amministrazioni locali, imprenditori, commercianti, proprietari di immobili, cittadini residenti.

Il “mix” di misure, che naturalmente spetta solo al Legislatore valutare ed adottare, potrebbe, ad esempio, andare dall’introduzione della “cedolare secca” in favore dei proprietari che affittano locali ad uso commerciale garantendo, al contempo, la presenza e la varietà di attività di particolare interesse merceologico, al riconoscimento di un regime fiscale di vantaggio temporaneo (imposta sostitutiva in luogo delle imposte sui redditi) per gli imprenditori che intraprendono un’attività commerciale in aree urbane degradate e, in particolar modo, nei centri storici.

Le amministrazioni locali potrebbero, inoltre, riconoscere ad entrambi gli “attori in campo” coinvolti nel processo di rivitalizzazione e di riqualificazione dei centri urbani (proprietari di immobili commerciali e commercianti/imprenditori) agevolazioni sui tributi e sulle tariffe di propria competenza (IMU, TASI, TARI, TOSAP, imposta di pubblicità).

Sono solo alcune delle proposte perché la sfida è grande e necessita di risorse finanziarie ma l’obiettivo da raggiungere è altrettanto importante: trasformare i nostri centri urbani, e in particolar modo i centri storici delle nostre città, non solo in luoghi di consumo, ma in luoghi di aggregazione, di appartenenza, di dialogo.

Un obiettivo per il quale è indispensabile il coinvolgimento di tutti: istituzioni locali, cittadini, commercianti, proprietari di immobili; ossia di tutti coloro che sono accomunati dal desiderio di riappropriarsi della propria città e dei suoi valori culturali e storici.