Potenza: “La Basilicata condizionata da fattori negativi che hanno determinato la presenza sul territorio della criminalità organizzata”

Presso la Prefettura di Potenza, lunedì 17 Febbraio ha avuto inizio la seconda edizione del Progetto “A.M.I.C.O.” (Approfondimenti Metodologici Investigativi per la Criminalità Organizzata)” promosso e realizzato dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia e Basilicata Ufficio Formazione – PON Legalità 2014-2020, Asse 5.1.1. , un programma formativo il cui obiettivo è quello di migliorare e rafforzare le conoscenze investigative destinate al personale di Polizia Penitenziaria della Puglia e della Basilicata in collaborazione con le altre Forze dell’Ordine.

Per l’occasione Sua Eccellenza il Prefetto Annunziato Vardè ha tenuto una “Lectio Magistralis” sui compiti e sul ruolo della Prefettura.

Erano presenti:

  • il capo di Gabinetto Vice Prefetto Antonio Incollingo;
  • il Vice prefetto aggiunto Corinne Palumbo;
  • il Dottor Giuseppe Palo Funzionario Responsabile del progetto per la Basilicata;
  • il Commissario Comandante di reparto presso la Casa Circondariale di Potenza Giovanni Lamarca;
  • Commissari, Ispettori e Sovrintendenti del Corpo di Polizia Penitenziaria in forza presso gli Istituti di Potenza, Matera e Melfi.

Come fa sapere una nota:

“L’esperienza formativa che si terrà presso il Polo Formativo regionale della Casa Circondariale di Potenza, sarà caratterizzata da una analisi morfologica descrittiva del territorio appulo – lucano che terrà conto delle diversità delle famiglie malavitose che di fatto rispecchiano le diversità strutturali di un territorio morfologicamente e culturalmente non omogeneo.

Si procederà con approfondimenti e saranno rappresentate le molteplici modalità tecnologiche all’indagine con le relative valutazioni criminologiche che hanno permesso in questi anni, alle Forze dell’Ordine presenti sul territorio, il raggiungimento dei risultati che hanno determinato un controllo sul territorio costante e l’acquisizione di conoscenze sempre più radicate dei diversi contesti ambientali.

I moduli di formazione previsti nel progetto, oltre allo scambio reciproco di tecniche e procedure operative, nonché di scambio di buone prassi investigative adottate dalle forze di Polizia, prevedranno approfondimenti sulla conoscenza attuale delle strutture delle varie mafie presenti grazie al supporto di esperti del settore (sociologi, economisti, giornalisti di inchiesta, etnografi del crimine, storici).

Tutto ciò al fine di porre basi di conoscenze omogenee ed integrate che sviluppino interventi finalizzati alla prevenzione della commissione di nuovi reati emergenti ed al contenimento dello sviluppo della criminalità organizzata dentro e fuori dalle reti di affiliazione tradizionale.

Inoltre, la conoscenza della realtà socio economica della Puglia e Basilicata, condizionata da endemici fattori negativi che hanno determinato una presenza e specializzazione sul territorio della criminalità organizzata molto elevata va affrontata con la condivisione di metodologie investigative basate sulla collaborazione tra i diversi operatori per raggiungere obiettivi unitari.

L’operare a seconda delle propria specificità da parte delle forze di polizia nei differenti contesti prima sul territorio e successivamente negli istituti penitenziari, in ambito investigativo, avviene già dentro una visione univoca e continuativa, in quanto l’esigenza di legalità del territorio non termina con l’ingresso nell’istituzione penitenziaria di gruppi appartenenti alla criminalità organizzata, ma deve avere parallelamente alle attività rieducative anche una continuità investigativa per la realizzazione dell’attività di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata che miri ad affrontare la problematica in modo omogeneo”.