Screening tumore della mammella: “La Basilicata ha fatto registrare la peggiore performance tra tutte le aree del Paese”. I dettagli

“Nel 2022 la copertura degli screening per il tumore della mammella ha registrato in Italia un lieve calo del 3% rispetto al dato dell’annualità 2021, mentre in Basilicata si è verificato, purtroppo, un vero e proprio crollo di questo valore ( – 22%) con la nostra regione che ha fatto registrare la peggiore performance tra tutte le aree del Paese.

Una criticità che occorre sanare senza indugi, perché il carcinoma mammario, al pari di molte altre patologie tumorali, può essere sconfitto solo se individuato in una fase precoce, obiettivo oggi raggiungibile attraverso screening sempre più diffusi ed accurati”.

E’ quanto afferma, in una nota il consigliere regionale di Basilicata Oltre Giovanni Vizziello che così commenta le risultanze del report “I numeri del cancro 2023” pubblicato ieri dall’AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) in collaborazione con AIRTUM(Associazione Italiana registro Tumori).

Aggiunge Vizziello:

“Benché il tumore della mammella sia di gran lunga la neoplasia più diagnosticata nelle donne, con ben 55.900 casi diagnosticati nel Paese nel 2023 il drastico calo dell’adesione alla mammografia che si è registrato in Basilicata nel 2022 deve metterci in guardia rispetto ai rischi derivanti dalle riduzioni delle diagnosi precoci determinate proprio dal calo degli screening.

Nei prossimi anni, purtroppo, il numero di nuove diagnosi oncologiche in Italia è previsto in crescita, secondo un trend che dura da diversi anni, come dimostrano i dati AIRTUM che segnalano un incremento di 18600 casi di tumore tra il 2020 e il 2023 con la conseguente necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione primaria e secondaria come gli screening ma anche la promozione di corretti stili alimentari come la dieta a basso contenuto di grassi e di zuccheri e la lotta al fumo, all’alcol, all’obesità e alla sedentarietà.

Il dato relativo alla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di carcinoma mammario, che è pari all’88%, ci dice più di qualunque altro elemento che dal tumore al seno si può guarire e che questo tipo di tumore è sostanzialmente assimilabile ad una patologia cronica, a condizione che sia diagnosticato tempestivamente e che quindi non siano lesinati sforzi nel sostegno alle politiche di prevenzione”.