Elisa Claps aveva solo 16 anni quando quel 12 Settembre 1993 uscì e non fece più ritorno: “Per lei tutto era un dono”

Ancora un altro anno è passato.

Oggi sono 25 anni senza Elisa Claps, 16enne che resterà per sempre impressa nel cuore dei potentini e di quanti hanno conosciuto il suo sorriso e la freschezza dei suoi anni.

Come tutti tristemente sanno, Elisa la mattina del 12 Settembre 1993, uscì da casa sua per un appuntamento dal quale non fece più ritorno.

Il suo cadavere è stato ritrovato solo 8 anni fa, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità, nel Centro Storico di Potenza.

Il suo assassino, Danilo Restivo, condannato a 30 anni di carcere.

Nonostante la ferita per quella tragica scomparsa sia viva come il primo giorno, tra le tante lacrime versate e le risate di quella timida ragazza che ormai risuonano tra le onde del tempo, c’è chi vuole ricordare la giovanissima Elisa non solo oggi, ma oggi giorno, affinchè ciò che ancora non è stato svelato, venga alla luce.

E’ ciò che le autrici della pagina facebook “In memoria di Elisa Claps” fanno anche quest’anno:

“Sono trascorsi 25 anni dalla scomparsa di Elisa, eppure sembra ieri; quest’anno vogliamo ricordare Elisa in quanto ragazza di sedici anni, con una gran voglia di vivere, mettendo per un attimo da parte le atrocità che ha dovuto subire e il fatto che il suo corpo straziato dalle coltellate è stato occultato per 17 anni in quel sottotetto.

Era bella, Elisa; dai suoi occhi grandi traspariva tanta gioia di vivere che contagiava tutti coloro che le stavano intorno. Dai racconti dei suoi familiari, aveva anche una risata nitida e contagiosa.

Caratterialmente era buona, generosa, sensibile; aiutava sempre tutti: le vecchiette ad attraversare la strada, le signore con le buste della spesa, i bambini del palazzo a fare i compiti.

E anche con le amiche non era da meno, dispensava sempre consigli a tutte. Ogni volta che vedeva qualcuno in difficoltà, subito accorreva in aiuto.

C’è un episodio bello, che è stato raccontato più volte: Elisa trovò nel corridoio della scuola un animaletto ferito, non si sa bene se fosse una farfalla o un uccellino; comunque fatto sta che lei lo prese con sé e se ne prese cura, curandolo e poi lasciandolo volare via.

Voleva fare la dottoressa, partire per l’Africa con “medici senza frontiere”. I suoi fratelli, per questa sua indole, la chiamavano affettuosamente “madre Teresa”.

Amava anche la natura, le montagne, i paesaggi maestosi. Per lei tutto era un dono, la vita stessa era un dono.

È così che vogliamo ricordarla, oggi.

Col suo splendido sorriso”.

A Elisa, eterno fiore di Potenza, va il nostro pensiero costante accompagnato da un forte abbraccio alla famiglia che l’ha perduta troppo presto.