Potenza: in provincia un incontro insolito con due archeologi, un archeoastronomo, una psicologa e un sacerdote, un astrofisico come moderatore. I dettagli

È stato un incontro insolito ma interessante quello svoltosi Sabato 20 all’osservatorio amatoriale “Annibale de Gasparis” di Castelgrande.

Il tema della tavola rotonda era “Dal solstizio… alla stella cometa” e ne hanno discusso due archeologi, un archeoastronomo, una psicologa e un sacerdote, moderati da un astrofisico: un cast davvero interessante.

Ne è venuta fuori una presentazione ricca di spunti di riflessione, un sorvolo culturale di ampio respiro che ha legato i culti antichi del sole nel suo punto più basso sull’orizzonte alla festa del Natale, senza dimenticare gli aspetti festosi e psicologici annessi all’inizio di un nuovo anno.

Il sindaco Francesco Cianci ha rivolto il saluto iniziale evidenziando l’impegno dell’amministrazione nel rilanciare l’osservatorio e il museo dell’astronomia quali attrattori del piccolo comune lucano.

Poi la parola è passata alla giovane archeologa Sara Vece che ha fatto un rapido ma preciso excursus sulla cultura antica connessa al solstizio invernale, legando riti e credenze egizi alla cultura greco-romana fino alla nostra e illustrando le manifestazioni della luce.

Il moderatore, Lucio Saggese, ha quindi indicato quali sono i siti lucani di interesse solstiziale, calando il discorso generale sulla realtà regionale.

Continuando il percorso storico, l’archeoastronomo Nicola Giuliano ha illustrato un esempio dell’attenzione ai giochi di luce che si è avuta nei secoli passati nel costruire le chiese, presentando il caso della chiesa di Santa Maria dei Longobardi di Novi Velia.

Il discorso quindi si è allargato ai riti di fertilità connessi con le feste pagane del solstizio, presentati da Leonardo Lozito, vicepresidente nazionale dei Gruppi Archeologici Italiani, e al significato della festa, che sempre ha accompagnato questi eventi, illustrato dalla psicologa Rosita Losasso dei Servizi Sociali del Comune.

Ha chiuso l’incontro don Rocco Ossoa, da pochi giorni parroco di Castelgrande, che ha illustrato dal punto di vista ecclesiale il significato che la Chiesa attribuisce alla luce del sole.

Ciò che è emerso è che il sole nell’antichità era visto come un elemento fortemente positivo, non legato alla fine e alla morte, ma alla rinascita e alla vita; elemento ripreso anche nel cristianesimo che, in qualche modo, sostituisce simbolicamente il sole solstiziale con la stella cometa e identifica la rinascita con la venuta del Cristo, luce del mondo.

Inoltre è stato sottolineato che le feste, legate a questo o al altri eventi, devono riprendere ad essere un’occasione di sosta anche nella frenetica società odierna e consentire di accrescere il senso di appartenenza ad una comunità.

Infine è intervenuto il neo parroco di Castelgrande, don Rocco Ossoa, che ha riportato il significato che il cristianesimo attribuisce al sole.

La discussione, come detto, è stata interessante, non accademica, con molti riferimenti alla realtà attuale.

È emerso infatti che anche la Basilicata custodisce monumenti megalitici, che vanno valorizzati, e chiese con dimenticati effetti scenici ricavati utilizzando il sole, che sono da riscoprire.

Ciò che l’osservatorio si augura è che nasca un gruppo di ricerca, attivo sul territorio.