Basilicata, acque minerali e di sorgente: un disegno di legge per una gestione più moderna ed equilibrata. I dettagli

La Giunta regionale della Basilicata ha approvato il disegno di legge promosso dalla Direzione Infrastrutture che introduce modifiche e integrazioni alla legge regionale 2 Settembre 1996, N. 43, sulla “Disciplina nella ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali”.

Il provvedimento è finalizzato ad aggiornare e armonizzare il quadro normativo vigente, rafforzando i principi di trasparenza, proporzionalità e sostenibilità nella gestione di una risorsa naturale strategica per il territorio lucano.

Sottolinea il vicepresidente e assessore regionale alle Infrastrutture, Pasquale Pepe:

“Con questo disegno di legge si compie un passo importante verso una gestione più moderna ed equilibrata delle acque minerali e di sorgente, garantendo regole chiare, criteri oggettivi e un sistema contributivo fondato su dati verificabili e trasparenti”.

Le modifiche approvate intervengono in particolare sulla ridefinizione delle modalità di calcolo dei versamenti dovuti dai concessionari per l’acqua captata e non imbottigliata.

Il nuovo impianto normativo è teso alla sburocratizzazione delle procedure di definizione degli importi da versare, sia per l’ente pubblico sia per le imprese.

Il versamento concessorio sarà determinato sulla base del quantitativo di acqua imbottigliata, assunto come parametro certo e verificabile.

Mentre ai fini della copertura degli usi industriali dell’acqua, viene definita una quota convenzionale pari al 20 per cento del volume imbottigliato, sulla quale si applica un importo forfettario di 0,30 euro per metro cubo.

Il disegno di legge introduce inoltre misure di incentivazione ambientale, prevedendo riduzioni dei versamenti per i concessionari che utilizzano contenitori in vetro e, in misura maggiore, per coloro che adottano il sistema del vuoto a rendere con attivazione della rete di raccolta.

È previsto anche un obbligo di comunicazione trimestrale, mediante dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, dei dati relativi ai quantitativi di acqua imbottigliata ed emunta, al comune di ubicazione della sorgente o del pozzo e al codice identificativo della concessione, al fine di consentire un controllo puntuale e sistematico da parte dell’amministrazione regionale.

Dal punto di vista finanziario, il provvedimento non comporta nuovi oneri a carico del bilancio regionale, ma può produrre un incremento delle entrate derivanti dai canoni concessori, nel rispetto della clausola di neutralità finanziaria, e soprattutto criteri ancora più attenti alle politiche green all’interno della filiera produttiva.

Conclude Pasquale Pepe:

“Il disegno di legge punta a rafforzare la tutela delle risorse idriche regionali, assicurando maggiore equità nei rapporti con i concessionari e mettendo la Regione nelle condizioni di monitorare in modo efficace l’uso dell’acqua minerale, coniugando sostenibilità ambientale, certezza delle entrate e buon andamento dell’azione amministrativa”.

Con l’approvazione in Giunta, il disegno di legge passerà all’esame del Consiglio regionale per l’approvazione.