Il 16 Dicembre, nella Chiesa Madre Maria S.S. degli Angeli di S. Severino Lucano, nel pomeriggio, è stato presentato e benedetto il Presepe 2025, che ha come tema il “viaggio della speranza.”
Con questa installazione si vuole rappresentare, non solo la traversata dei migranti che giungono nel nostro Paese ma principalmente, il cammino intimo di ognuno di noi e nello stesso tempo di tutti perché fatto dalla comunità, per arrivare alla meta ultima che è Cristo, vera ed unica speranza e salvezza.
A realizzare la bellissima opera, sono stati i membri del gruppo liturgico della Parrocchia e gli ospiti del Centro Sai – Ordinari, gestito dalla cooperativa Medihospes, che ha messo a disposizione la sua equipe per seguirli, e guidarli nel lavoro.
Si potrebbe definire, quindi, un altro buon esempio di integrazione.
Il Presepe presenta come elementi caratterizzanti, le coste, ovvero il punto di partenza, per tutti i migranti, a seguire il mare da interpretare non solo come traversata ma in maniera particolare, come emozioni intense, vissute per giungere in un nuovo stato, desiderosi di ricominciare a vivere.
In particolar modo si vuole trasmettere, e far comprendere alle coscienze, questo misto di inquietudini che ci sono non solo nei viaggi della speranza, ma soprattutto nel cammino della fede.
Parliamo di turbamento, ansia ma anche la voglia di pace per l’avvenire, che alla fine predomina su tutto.
Come ultimo elemento, l’arrivo alla terra ferma con le attività, i diversi pastori, e la struttura, riparo per gli animali, dove S. Giuseppe e la Vergine Maria, attendono la nascita di Gesù da interpretare come desiderio e speranza suprema.
Si è scelta la data del 16 Dicembre, per la cerimonia, perché per la Chiesa, inizia l’attesa, la cosiddetta “Novena” che accompagna i credenti, al Santo Natale facendone comprendere il significato autentico, che è l’umanizzazione del Signore.
Proprio in questo giorno, un tempo casa per casa, venivano benedetti i Presepi.
Il parroco Don Antonio Lo Gatto ha fortemente creduto e voluto questo atto di integrazione sociale, a testimonianza che la Chiesa debba dare il giusto esempio ed indicare la corretta strada, in questi giorni sempre più difficili in cui la violenza ed il razzismo diventano fenomeni in crescita continua.
Prima della benedizione dell’opera, è stata celebrata luna Santa Messa ed in questa occasione, il sacerdote, ha illustrato le varie parti del lavoro svolto.
L’ispirazione è nata, leggendo un articolo, che parlava del relitto legnoso, di una imbarcazione, purtroppo naufragata causando la morte di alcune persone.
Il frammento è visibile ad Assisi presso il Sacro convento di S. Francesco, memoria di tutte le vittime di naufragio.
Come scritto da V. Cataldi autore dell’articolo dal titolo ”La barca e la speranza”: “In questa barca, in questo buio Gesù vuol nascere per donarci luce e pace.” Don Antonio, prendendo spunto da tutto questo ha indicato bene ed in modo inequivocabile, cosa bisogna fare per accogliere.
La prima regola è non giudicare, non additare.
Solo perchè si crede, si è praticanti, non si è autorizzati ad erigersi a giudici contro chi pecca.
Chi proviene da altri paesi giunto in Italia, molte volte, è sfruttato, perde dignità e gioia di vivere, ed il sogno del cambiamento tanto voluto alla partenza muore, ritrovandosi prigioniero di un’autentica schiavitù.
Questi uomini e donne non vanno additati.
Dare giudizi è semplice ma non è corretto quando non si conosce il vissuto di un individuo.
Gesù con la Sua nascita, vuole insegnarci, che l’Umanità è unica, e Lui si incarna in questa che è imperfetta per salvarla.
I peccatori hanno la priorità di aiuto rispetto agli altri.
A loro bisogna dare aiuto, tendere una mano e non voltarsi dall’altra parte come molte volte facciamo.
Tutti hanno la possibilità di salvarsi.
Pensando a quanti migranti giungeranno a Terra, dopo il tormento della traversata, dobbiamo essere consapevoli che potranno trovare la grazia di Dio solo con il nostro aiuto, doveroso da parte nostra, che stiamo bene e non ci manca nulla.
E’ fondamentale soccorrere questi fratelli e sorelle.
Anche nel Salmo responsoriale letto nella Celebrazione Eucaristica si ripete: “Il povero grida ed il Signore lo ascolta”.
La società ha quindi, dovere morale, religioso e civile di agire e non farsi offuscare dal pregiudizio e dall’ignoranza.
Ecco le foto.





























