LA NOSTRA REGIONE TOGLIE OLTRE 3 MILIONI DI EURO ALLA SANITÀ PER SALVARE I CONSORZI INDUSTRIALI

Accelerare il processo di riordino dei Consorzi industriali in attesa della definizione di una nuova governance delle aree industriali, così come stabilito dall’art. 21 della legge regionale n. 18/2017.

E’ lo scopo del disegno di legge della Giunta sulle “Disposizioni in materia di Consorzi per lo sviluppo industriale”, che ieri ha avuto parere favorevole, a maggioranza, da seconda (Bilancio e programmazione) e terza Commissione (Attività produttive – Territorio – Ambiente), convocate, in seduta congiunta, dai presidenti Giannino Romaniello (Gm) e Vincenzo Robortella (Pd).

Nella relazione al provvedimento si legge:

“L’urgenza delle misure previste è tanto più stringente in quanto aggravata dalla circostanza delle recenti dimissioni dell’Amministratore unico del Consorzio di Potenza e dalla necessità di garantire l’operatività dei servizi essenziali forniti dall’ente consortile (erogazione acqua potabile, depurazione acque e fanghi, trattamento rifiuti liquidi speciali, manutenzione di strade, impianti illuminazione ed aree verdi)”.

Il disegno di legge prevede che “in caso di dimissioni o decadenza dell’amministratore unico”, in deroga alla normativa vigente (che prevede la nomina di un nuovo amministratore) si proceda alla nomina di un commissario straordinario, che dovrà guidare l’Ente fino all’insediamento degli organi previsti dalla riforma della governance.

La Regione assumerà direttamente gli oneri per la gestione dei servizi essenziali, stanziando 787.000 euro per il 2017 e 1.732.000 euro per il 2018, oltre a 800.000 euro per lo smaltimento dei fanghi rivenienti dal trattamento di reflui industriali.

L’assessore all’Attività produttive, Cifarelli ha detto:

“L’urgenza di questo atto nasce dall’obbligo di licenziarlo entro il 30 novembre e intervenire sulla crisi finanziaria acclarata per il Consorzio industriale di Potenza.

Con lo stop dei finanziamenti statali è iniziata una crisi per l’Ente che dura tutt’ora.

Anche gli interventi già messi in campo non hanno permesso di fare un piano di risanamento completo, visto lo sbilanciamento tra entrate ed uscite.

L’obiettivo è garantire i servizi alle imprese, soprattutto in questi mesi in cui le difficoltà del Consorzio sono aumentate, mirando alla riduzione delle uscite e all’aumento delle entrate”.

I rappresentanti dei sindacati in audizione, Antonio  Corbo  (Findici), Mario Di Bello (Ugl) e Rocco Santangelo (Cgil) hanno sostenuto:

“E’ necessaria un’attenzione per i lavoratori del Consorzio e non solo per le imprese.

Non è assolutamente possibile scaricare le colpe di questa situazione di crisi sui dipendenti dell’Ente, viste le tante professionalità presenti, e non sulle decisioni politiche e di management prese negli anni che hanno portato all’accumulo dei debiti per il Consorzio”.

Angelo Summa, segretario regionale della Cgil, con un comunicato stampa ha dichiarato:

“Ancora una volta assistiamo a scelte estemporanee da parte di questo governo regionale, scelte da vecchia politica e che danno tutto il senso delle priorità che si perseguono.

Togliere 3 milioni e 400 mila euro alla sanità per destinarli al salvataggio dell’Asi è una decisione sbagliata, che non solo sottrae risorse ai diritti delle persone ma, cosa ancor più grave, le direziona a tappare buchi generati da non scelta, dalla politica dei rinvii e da una mala gestione delle risorse pubbliche e private.

E’ di tutta evidenza che si continua ad agire sull’onda dell’improvvisazione e senza programmazione alcuna.

Da un lato si fanno meri esercizi compilativi di un piano socio sanitario “strategico”, dall’altro si sottraggono risorse economiche essenziali per garantirne l’attuazione minando in radice una piena e chiara relazione tra prestazioni garantite e diritti.

Privare di risorse le prestazioni extra Lea è sintomatico dell’approccio culturale con il quale si guarda alla sanità in questa regione, dove i bisogni delle persone passano in subordine ad esigenze contabili prodotte da un apparato generatore di costi e la cui utilità, a oggi, è ancora tutta da dimostrare.

Non si ha nessuna traccia del rilancio industriale menzionato nei buoni propositi di coloro che si sono susseguiti alla guida dell’Asi.

E’ indubbio, infatti, che sino a ora il Consorzio sia stato una valida sponda per collocare dirigenti e/o amministratori esterni e così soddisfare esigenze più legate a equilibrismi politici che ad appianare i problemi dell’ente e la sua situazione debitoria.

Ma la scelta che si compie oggi di sottrarre risorse destinate al finanziamento sanitario per appianare debiti promananti da situazioni incancrenite che non hanno alcuna affinità d’ambito e di scopo con un diritto essenziale delle persone qual è quello alla salute, lascia interdetti e dà la cifra della irresponsabilità politica con la quale si affrontano questioni essenziali nel governo della regione, pensando di risolverle postando risorse di qua e di là in un bilancio sempre più misero.

Un uso della cosa pubblica privo di un progetto di lungo respiro per questa regione ormai attanagliata nelle maglie della contingenza e dalla logica dei rinvii sta compromettendo la tenuta stessa dell’intera regione e dei diritti fondamentali previsti dalla costituzione: salute, istruzione e mobilità”.