Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Anci Basilicata:
“La chiusura del Centro Internazionale di Dialettologia (Cid) sarebbe una ferita profonda per la nostra terra.
Il Cid non è solo un centro di ricerca, ma è il cuore pulsante della memoria storica, culturale e linguistica della Basilicata.
Da oltre vent’anni, il Cid ha difeso, preservato e celebrato i dialetti lucani, un patrimonio che appartiene a ciascuna delle nostre comunità, dai piccoli paesi montani alle città.
Ogni parola, ogni suono, ogni espressione dialettale è il racconto di chi siamo, delle nostre radici, della nostra storia.
La lingua che parliamo non è solo un mezzo di comunicazione.
È la chiave per comprendere la nostra identità, per tramandare tradizioni, per mantenere vivi i legami tra le generazioni.
Ecco perché la chiusura di questo centro, causata dalla mancanza di fondi, non è solo una perdita materiale, ma una ferita che colpisce la nostra essenza come comunità lucana.
Il Cid ha saputo raccogliere, con amore e dedizione, le parole dimenticate, quelle che appartengono alla memoria collettiva dei nostri paesi. Ha valorizzato i dialetti di ogni angolo della nostra regione, diffondendoli e preservandoli per le generazioni future.
Senza il Cid, quel patrimonio rischia di svanire, di essere sepolto sotto la polvere del tempo. E noi non possiamo permetterlo.
Oggi, ci troviamo di fronte a un bivio: il rischio di perdere un bene culturale inestimabile, il rischio che la nostra lingua e la nostra identità vengano cancellate.
Non possiamo, non dobbiamo rimanere indifferenti di fronte a questa minaccia.
La Basilicata ha bisogno di questo centro.
Le nostre tradizioni hanno bisogno di essere tutelate, non solo per noi, ma per chi verrà dopo di noi. La cultura lucana non può essere sacrificata sull’altare di altre priorità.
Come Presidente dell’ANCI, sono al fianco del Cid con tutta la forza possibile.
Esprimo il mio fermo sostegno e faccio un appello urgente alle istituzioni regionali e locali: non lasciate che la memoria della nostra terra venga dimenticata.
Non lasciate che la Basilicata perda una delle sue voci più autentiche.
Il Cid è una risorsa irrinunciabile per la nostra regione, non solo per i ricercatori, ma per tutti i lucani, giovani e meno giovani, che ancora parlano, ascoltano e vivono attraverso le parole della nostra terra.
La chiusura del Cid non è solo una perdita per gli studiosi, è una perdita per ogni cittadino lucano, per ogni bambino che deve poter crescere conoscendo le radici del proprio popolo, per ogni turista che deve poter scoprire le tradizioni e la cultura della nostra regione.
La Basilicata non può permettersi di dimenticare chi siamo.
Faccio un appello a tutte le istituzioni: intervenite con urgenza.
Sostenete il Cid. Sostenete la cultura lucana. Sostenete il nostro futuro, perché senza memoria e identità, non esiste futuro”.





























