Tito Scalo: arrestati i dirigenti di questa azienda! Preoccupazione per le sorti dei lavoratori

Questa mattina sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, il presidente e l’amministratore delegato di Blutec, la società che controlla l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese e per cui lavorano ancora circa 700 operai.

L’accusa della procura di Termini Imerese – in provincia di Palermo – è di “malversazione ai danni dello Stato”.

I due manager avrebbero distratto 16 dei 21 milioni di euro di contributi statali che dovevano rappresentare una grande occasione di sviluppo per 700 lavoratori.

Questa l’accusa emersa dalle indagini della Guardia di Finanza di Palermo, coordinate dalla procura di Termini Imerese guidata da Ambrogio Cartosio.

Ed è stato firmato pure un sequestro cosiddetto per equivalente, da 16,5 milioni, la cifra che sembra essere svanita nel nulla.

Il progetto di riconversione per il polo di Termini doveva essere concluso entro il dicembre 2016, poi una nuova scadenza era stata concessa al Giugno 2018.

Lo stabilimento di Termini Imerese – dismesso da Fiat nel 2011 e acquistato da Blutec nel 2015 – al momento non è in funzione: circa 570 dipendenti della società sono in cassa integrazione, mentre altri 130 sono impegnati in progetti di formazione.

Nelle ultime settimane c’erano state grosse proteste dei dipendenti di Blutec contro la mancanza di un piano industriale per il rilancio dello stabilimento, a fronte dei finanziamenti ricevuti dallo stato.

In Basilicata dopo aver appreso la notizia degli arresti anche i sindacati sono preoccupati per le sorti degli operai dello stabilimento Blutec di Tito Scalo.

Riportiamo di seguito il comunicato stampa di Fim Fiom Uilm sulla vicenda Blutec di Tito Scalo: