“L’ennesimo incidente sul lavoro a Tito Scalo non può lasciarci indifferenti”. Le proposte

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del consigliere regionale, Antonio Bochicchio:

“L’inaccettabile frequenza di incidenti nei luoghi di lavoro, spesso con esiti tragici, continua a colpire il nostro territorio.

I dati parlano chiaro: la sicurezza sul lavoro è ancora oggi un’emergenza quotidiana, troppo spesso trascurata.

Ogni incidente non è un numero, ma una storia spezzata, una famiglia distrutta.

Eppure, la cultura della prevenzione fatica ad affermarsi, in un contesto dove la produttività viene troppo spesso anteposta alla tutela della vita umana.

L’ennesimo incidente sul lavoro avvenuto ieri in un’azienda di Tito Scalo non può lasciarci indifferenti e non può non spingerci ad interrogarci perché in una regione come la Basilicata, a bassa industrializzazione e con un’elevata incidenza della disoccupazione, si registri un così elevato numero di infortuni.

Con la crescita dei numeri degli incidenti sul lavoro cresce anche il dolore e l’indignazione di un’intera comunità.

Non possiamo rimanere spettatori inerti di fronte a questa emergenza e credo che sia giunta l’ora di rendere la sicurezza sui luoghi di lavoro una priorità.

Gli infortuni gravi sul lavoro sono una ferita aperta, una sconfitta per le istituzioni, per il sistema produttivo e per la società tutta.

Serve un cambio di passo e possiamo iniziare, come già sostenuto da più parti, rilanciando l’Osservatorio regionale sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro rendendolo un vero strumento operativo.

È necessario, inoltre, rafforzare i controlli ispettivi e al contempo destinare più fondi alla formazione e all’aggiornamento professionale in materia di sicurezza.

Solo se la prevenzione non sarà più considerata un costo, ma un investimento in dignità, legalità e civiltà riusciremo a far sì che nessuno rischi la vita per lavorare.

Non servono più parole ma serve responsabilità, trasparenza e un impegno collettivo.

Non può esserci un’economia sana dove c’è un lavoro malato!”.