A Potenza il ricordo di Rocco Scotellaro, a 100 anni dalla sua nascita. I dettagli

In occasione della cerimonia di apertura ufficiale delle celebrazioni scotellariane, nel centenario della nascita del sindaco e letterato Rocco Scotellaro, il vicesindaco di Potenza Michele Napoli ha aperto la manifestazione con una propria riflessione sulla figura del poeta e scrittore lucano.

L’iniziativa regionale è stata ospitata sul palco del teatro Stabile del capoluogo lucano e ha visto la partecipazione, tra le diverse autorità civili e militari intervenute:

  • del Prefetto di Potenza Michele Campanaro;
  • del Commissario Prefettizio di Tricarico Emilia Felicia Campolongo;
  • del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.

A moderare:

  • gli interventi Franco Vitelli, coordinatore del Comitato scientifico;
  • contributi da parte di Rocco Vincenzo Scotellaro, in rappresentanza della famiglia Scotellaro;
  • Giuseppe Appella, critico e storico dell’arte, componente del Comitato scientifico;
  • Giulia dell’Aquila, curatrice dell’opera di Scotellaro e, a sua volta, componente del Comitato scientifico;
  • Sebastiano Martell il, curatore dell’opera di Scotellaro e componente del Comitato scientifico.

Ha esordito il vicesindaco Napoli:

“L’ALBA È NUOVA, È NUOVA!

Così sembra gridare il nostro Scotellaro nel suo ‘Sempre è nuova l’alba’.

Ed è con questo grido di grande speranza che vorrei sottolineare come questo evento, e quelli a seguire non possono ridursi ad una semplice commemorazione di un poeta che ha scritto una delle più belle pagine della letteratura italiana, ma devono essere un’occasione per approfondire e diffondere, anche alle nuove generazioni, il pensiero e l’operato di un uomo, con le radici salde nella nostra terra e un cuore aperto e generoso verso tutti, sopratutto i più deboli e i bisognosi.

Figura singolare e suggestiva, capace di richiamare su di sé l’attenzione qualificata di personalità del mondo della cultura.

Quanto mai importante il giudizio di Eugenio Montale, a proposito della pubblicazione da Mondadori della raccolta ‘E’ fatto giorno’.

‘Un centinaio di liriche che rimangono certo tra le più significative del nostro tempo’: così si espresse l’autore degli ‘Ossi di Seppia’ su Scotellaro poeta.

L’opera letteraria nel suo complesso di questo giovane lucano scomparso prematuramente, rappresentano una autorevole testimonianza del pensiero dinamico, tutto proiettato verso il superamento di una condizione di vita marginale e mortificante di cui bisognava liberarsi senza esitazione alcuna.

Erano giorni duri e difficili anche per chi, come Scotellaro, intendeva mettere a disposizione della comunità del Mezzogiorno il suo talento e la sua capacità di guardare oltre i limiti e le ristrettezze di quel tempo.

Il secondo dopoguerra era segnato dalle vicende del latifondo: migliaia di contadini poveri nelle regioni del Sud cercavano di conquistarsi un futuro sperando di diventare proprietari di quelle terre che avevano coltivato per decenni, di generazione in generazione. Scotellaro era in effetti la guida ideale di quei processi di emancipazione.

La sua opera (L’Uva puttanella, Contadini del Sud, Margherite e rosolacci) riflette in pieno queste tensioni e anzi diventa espressione immediata di un forte desiderio di assistere a una svolta.

Cio’ che stupisce e incanta e’ come Poesia, etica, politica nell’opera di Scotellaro si fondono in un unico disegno di modernizzazione e di mutamento di rotta auspicati per il futuro del Mezzogiorno.

Non una semplice aspirazione, ma un disegno indicato concretamente.

Non dimentichiamo la lotta di Scotellaro per la costruzione dell’ospedale nella sua Tricarico.

Insomma un uomo del nostro tempo, che ha analizzato lucidamente come poeta e come intellettuale lo stallo, l’amarezza di una storia collettiva che ci appartiene visceralmente, come visceralmente ci appartengono i paesaggi, l’idea di natura come fonte di vita, le abitudini semplici e umili che fanno grande l’uomo di ieri e di oggi, senza distinzione alcuna.

I versi citati all’apertura del mio intervento sono i versi che concludono la lirica dal titolo ‘Sempre nuova è l’alba’ compresa nella raccolta ‘E’ fatto giorno’ pubblicata nuovamente da Mondadori nel 1982 in edizione riveduta e integrata, questa volta negli Oscar, da Franco Vitelli, coordinatore del comitato scientifico delle celebrazioni scotellariane.

Ma nei sentieri non si torna indietro.
/Altre ali fuggiranno
/dalle paglie della cova,/
perché lungo il perire dei tempi/
l’alba è nuova, è nuova.”

E se dalle celebrazioni del Centenario della nascita di Rocco Scotellaro riuscissimo a carpire e fare nostro il suo sguardo analitico e lucido e il suo operato concreto e necessario, sarà nuova davvero un’Alba Nuova per la nostra Basilicata”.