Concessioni Eni: “La Basilicata non è una colonia africana, né la terra di nessuno. E’ la terra dei lucani”, le parole…

“La Basilicata non è una colonia africana, né la terra di nessuno o meglio di qualcuno che pensa di fare quello che vuole per continuare a fare i suoi interessi, tutelato da una legge nazionale.

No.

Non è così”.

E’ quanto sostengono Vincenzo Baldassare, vicepresidente del Consiglio e consigliere di Idea, Giovanni Vizziello di Fratelli d’Italia, Massimo Zullino e Gianuario Aliandro della Lega e Carlo Trerotola di Prospettive lucane.

Di seguito la nota integrale.

“La Basilicata è la terra dei lucani e l’Eni se vuole continuare le sue attività, deve rispettare la terra di cui non è padrona ed i lucani di cui è ospite.

L’Eni se vuole continuare le estrazioni, che le sono consentite anche non avendo sottoscritto il rinnovo della concessione con la Regione Basilicata, grazie ad una norma del Governo Monti, dovrebbe avere il buon senso e la lungimiranza di sottoscrivere il rinnovo della concessione estrattiva, in cui sono contemplate compensazioni ambientali, sostenibilità ecologica delle attività svolte, programmi di sviluppo e sostegno all’occupazione.

E’ finito il tempo in cui, noi tutti lucani, eravamo disposti ad accettare supinamente scelte che non condividevamo o a tollerare chi sfrutta le ricchezze della nostra terra, guadagnando cifre spropositate e cavandosela con un storno miserevole rispetto agli introiti.

Per troppo tempo abbiamo sopportato soprusi ed abusi, astuzie e menzogne, che non solo non hanno prodotto alcun beneficio per la Basilicata, in termini di sviluppo e progresso, ma hanno provocato anche alcuni disastri ambientali e, cosa da non sottovalutare, hanno pericolosamente incrinato il rapporto e la convivenza con l’Eni.

Un rapporto logorato che ha fatto perdere fiducia non solo nell’Eni, ma anche nelle istituzioni e con esse nella politica.

Con questo ulteriore atto di protervia istituzionale, noi tutti, compreso l’Eni, andremmo a perdere una partita per il futuro.

Quel futuro che deve guardare alle generazioni che verranno, alla tutela dell’ambiente, allo sviluppo sostenibile, al progresso.

Quel futuro che deve vedere la Basilicata al centro del Mediterraneo, e che lo sarà solo se riusciremo in questi anni a programmare ed agire per costruire una regione avanzata, moderna, pulita, ospitale, sicura e sviluppata.

L’Eni deve mettere la nostra regione al centro dei suoi programmi di sviluppo, mettersi in rete con l’Università di Basilicata, creare in Val d’Agri l’hub del suo centro ricerche, investire in compensazioni ambientali, non considerarle come una perdita.

L’Eni deve aiutare la regione Basilicata a divulgare la cultura della sostenibilità delle attività petrolifere, e questo lo si ottiene solo con la trasparenza, con la chiarezza, con la fiducia, sempre che tutto venga svolto nel rispetto dell’ambiente e della salute delle popolazioni residenti.

A meno che non si voglia continuare ad operare come in passato: con scarsi controlli, precari monitoraggi e labile sorveglianza.

No, non lo consentiremo, legge o non legge Monti.

E faremo appello a tutte le forze politiche e civili della Basilicata.

Ci opporremo democraticamente e pacificamente, ma con grande forza.

E, a tal proposito come primo atto, chiederemo con urgenza la convocazione di un Consiglio regionale straordinario sulla questione petrolio, che porti al blocco delle estrazioni, e di ogni altra attività connessa, prima che venga sottoscritto il rinnovo della concessione estrattiva.

La Basilicata non è una colonia africana e lo faremo capire”.