POTENZA, ABBANDONATO IL CENTRO STORICO: SILVANA, LUIGI E ANNA CI RACCONTANO LE LORO DIFFICOLTÀ

A distanza di 3 settimane, torniamo nuovamente a parlare della crisi che sta vivendo il nostro Centro Storico.

Un tempo orgoglio di Potenza, oggi è oggetto di lamentele e indagini, le quali non fanno che offrire un quadro avvilente di ciò che invece dovrebbe non solo ravvivare la vita di tutti i potentini ma anche attrarre turisti che, dopo l’evento in diretta nazionale del Capodanno Rai, hanno imparato a conoscere e ad apprezzare maggiormente la nostra Città.

A confermare la crisi che ha ormai colpito da diversi anni il nostro Centro Storico, sono alcuni commercianti, i quali hanno raccontato alla nostra Redazione le difficoltà che quotidianamente sono costretti ad affrontare nonostante i sacrifici spesi per portare avanti le proprie attività e garantire così dei servizi ai cittadini.

Abbiamo raccolto alcune denunce e parlato prima con Anna Franco, da sempre nel commercio e proprietaria della tisaneria Namastea.

Con lo sguardo diretto e la voce sicura di chi sa di aver fatto tanto, ha iniziato così il suo racconto:

“Ci vuole un cambiamento radicale così come abbiamo fatto per la politica.

La mia è una tra le attività più recenti, nata due anni e mezzo fa.

In questo lasso di tempo abbiamo notato una decrescenza, cosa che non dovrebbe succedere.

Negli anni le attività devono crescere e non decrescere.

Per noi che veniamo da fuori e investiamo in una città che non ci sta dando dei risultati (nonostante i nostri clienti che ringraziamo tantissimo) ci rendiamo conto che “il gioco non vale la candela”.

La maggior parte delle persone vengono dopo le 22:00, anche con sacrificio, perchè il parcheggio non si paga.

Credo che questo abbia davvero un costo troppo elevato per ciò che il Centro Storico offre.

Non si può spendere più in parcheggio rispetto ai servizi che si possono trovare. Non c’è quasi più nulla, anche la semplice passeggiata diventa inutile.

Ci sono solo troppi locali dello stesso genere, quali i bar. Bisognava fare una ricerca di mercato per capire cosa effettivamente vuole il Centro Storico.

Credo anche che bisognerebbe portare qui qualcosa che attiri i ragazzi. L’Erasmus ha fatto arrivare qui tanti giovani. I ragazzi avrebbero bisogno di un circolo ricreativo, di una Biblioteca o di un qualcosa che li possa attirare e far rimanere per diverse ore.

A noi viene chiesto un sacrificio troppo grande: apriamo la mattina alle ore 8:00 e chiudiamo la notte alle ore 2:00 per riuscire a recuperare i soldi del fitto e dei servizi.

Facciamo quasi 14 ore di lavoro, ma non penso che possiamo fare un servizio alla città per pagare le utenze, prima o poi decideremo di andare ad investire altrove, in un posto dove rientriamo tranquillamente con le spese.

Il mio appello si rivolge maggiormente alle nuove forze politiche, che pare siano state costituite da persone giovani. Spero che possano iniziare a capire realmente i problemi del Centro Storico, che vengano a trovarci per cogliere le nostre problematiche e iniziare a risolvere qualcosa.

Ho cercato di avvicinare il Sindaco, ma mi è parsa una persona distante sia dai problemi dei commercianti che del Centro in generale. Mi è parso di capire che l’unica cosa a cui si puntava è il rifacimento delle strade.

Ma se le strade si rifanno e non viene nessuno, che senso ha? Va bene, mi fa piacere, ma bisogna mettere al centro gli interessi di tutti, non di pochi.

Dobbiamo vivere di commercio e di turismo, perchè questa è una città bella e tranquilla ma chiunque è venuto da fuori, sperava di trovare un piatto tipico, una “sagra” di Potenza.

Penso che se chi di competenza venisse a fare un giro e vedesse i locali vuoti e le strade deserte, capirebbe davvero le nostre problematiche”.

Lamentele anche dal negozio di abbigliamento della signora Silvana e di suo marito Luigi Brienza il quale ha cominciato la sua denuncia con un paragone che, nonostante i toni duri utilizzati per descrivere la situazione, ci ha per un attimo strappato un sorriso:

Il nostro Centro Storico è come una bella donna, che vuol essere ammirata, che passa tutta la giornata ad agghindarsi, ma chiude a tutti le porte della sua casa.

E’ una vita che frequento il Centro Storico poichè mia madre era una dei vecchi commercianti. Sono praticamente nato nell’ambiente.

La prima domanda che io farei è: “Cosa significa Centro?”, lasciando stare “Storico”.

A scuola ci hanno sempre detto che il Centro è dove ruota tutto. Ma cosa ruota attorno al Centro di Potenza? E’ un Centro o un Borgo?

Il vero Centro Storico si è spento dopo il terremoto, quando, per via dei pericoli che potevano esserci, è stato spostato tutto. Man mano è stato svuotato.

Decentrare però è portare vita nei vari rioni ma lasciare i servizi essenziali al Centro.

Tanti anni fa passavano da qui tanti autobus grandi, che lasciavano tantissime persone, ora nemmeno un piccolo mezzo riesce ad arrivare al Centro. Ma diciamo che è un argomento secondario, perchè, anche se ci fosse, non vi sono persone all’interno.

Non c’è forte interesse nel venire qui, per fare cosa, a pagare 1,50 ad ora per un parcheggio (se lo trovo), prendere una multa, perdere una mezz’oretta per salire con le scale mobili?

Il problema principale è qui non ci sono i servizi, hanno tolto tutto.

Solo a San Gerardo vedremo il Centro pieno di gente, ma perchè? Perchè c’è una grande attrazione, le persone salgono e vengono volentieri.

Non possiamo sperare solo in questi eventi sporadici. Il Comune ha fatto un bel servizio con le strade, ma adesso devono aprire realmente le porte del Centro.

Bisogna portare dei servizi e tutte le cose verranno di conseguenza.

Un’ultima cosa vorrei aggiungere, qui abbiamo bisogno anche di più controlli, vediamo ragazzi ubriachi (soprattutto il sabato sera), giovani maleducati che ad Halloween hanno gettato le uova sulla nostra merce (rovinando così 300/400 euro di capi) e proprietari di animali che non puliscono i bisogni dei loro cani.

Sembra un campo minato”.

Insomma, varie le problematiche che questi commercianti urlano a gran voce e che sperano di veder risolte per se stessi e per la città.

Cosa ne pensate?

Ci auguriamo che la loro voce non resti inascoltata.