Questa mattina la sala conferenze di Acquedotto Lucano ha ospitato un momento di particolare significato con la visita di monsignor Davide Carbonaro, arcivescovo metropolita di Potenza, accolto dal direttore generale Luigi Cerciello Renna e dalla comunità dei dipendenti dell’azienda.
Un incontro che ha messo al centro la dimensione umana e sociale del servizio idrico, andando oltre la mera componente tecnica ed economica dell’attività aziendale.
“Quello che svolgiamo è un servizio di sussistenza prima ancora che economico, un servizio che sta alla base della quotidianità di tutte le famiglie lucane”, ha dichiarato il direttore generale Cerciello Renna, portando il saluto dell’amministratore unico Alfonso Andretta e di tutto il personale di Acquedotto Lucano.
“Siamo lucani in mezzo ai lucani. Viviamo il territorio all’unisono con le comunità che serviamo. Come dice un antico detto della nostra terra: l’acqua è mezzo pane”, ha aggiunto, richiamando la consapevolezza profonda del valore vitale di questa risorsa.
Il direttore generale ha voluto sottolineare con particolare enfasi la dedizione dei lavoratori dell’azienda: “Proprio perché l’acqua è vita, i nostri dipendenti non si fermano mai, nemmeno durante le festività natalizie: i nostri tecnici e operatori sono sul territorio, vigili e pronti a garantire che dal rubinetto di ogni casa continui a sgorgare quel bene prezioso che è l’acqua.
È un sacrificio silenzioso, ma fondamentale, che testimonia il senso di responsabilità e di appartenenza alla comunità che anima ogni nostro lavoratore”.
“Come dice un antico detto della nostra terra: l’acqua è mezzo pane”, ha aggiunto, richiamando la consapevolezza profonda del valore vitale di questa risorsa per il territorio e le sue comunità. Monsignor Carbonaro ha arricchito l’incontro con una riflessione che ha collegato la spiritualità natalizia al servizio quotidiano svolto dai lavoratori dell’acquedotto.
“Anche nel presepe troviamo la figura dell’acquaiolo tra i mestieri tradizionali”, ha ricordato il vescovo, spiegando come questa figura
rappresentasse colui che portava l’acqua nelle case, garantendo un bene essenziale alla vita di ogni famiglia, soprattutto delle più povere.
“Gesù stesso nel Vangelo ci ricorda: a chi avrà dato un bicchiere d’acqua ad uno dei miei fratelli più piccoli è come se lo avesse dato a me”, ha proseguito monsignor Carbonaro, tracciando un parallelismo diretto tra quel gesto antico e il lavoro quotidiano dei dipendenti di Acquedotto Lucano.
Il messaggio conclusivo del Vescovo ha toccato il cuore della missione aziendale:
“Quando fate il vostro lavoro, pensate alle vostre famiglie.
È così che dobbiamo pensare alle nostre aziende: con la logica della famiglia”.
Un invito potente a considerare ogni gesto professionale come un atto di cura verso la comunità, trasformando il servizio tecnico in autentico servizio umano.
L’incontro si inserisce in un percorso di valorizzazione della dimensione etica e sociale del servizio idrico, elemento fondamentale per una regione come la Basilicata, dove l’acqua rappresenta non solo una risorsa strategica ma un vero e proprio legame identitario con il territorio.





























