Oggi in Italia si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, istituita con un’apposita legge (la n.45 del 2016) per ricordare chi ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria.
È stata scelta questa data perché il 3 Ottobre 2013, al largo dell’isola di Lampedusa, 368 migranti affogarono in uno dei più tragici naufragi avvenuti nel Mediterraneo dall’inizio delle ondate migratorie di questi ultimi anni.
La Fondazione Ismu ha quindi deciso di rielaborare i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), per fare il punto della situazione su quella che è stata definita “la strada più mortale del mondo”.
E si scopre che è proprio la rotta Libia-Italia quella più pericolosa: nel 2015 sul totale dei morti e dispersi, il 77% ha riguardato tale rotta e l’anno successivo il 90%”, scrivono i ricercatori.
Le morti sono costantemente aumentate. Nel 2014 hanno perso la vita in tutto il Mediterraneo (quindi anche sulla rotta orientale Turchia-Grecia e quella occidentale nord Africa – Spagna) 3.538 migranti (su oltre 216 mila sbarchi).
Nel 2015 i morti e dispersi sono stati 3.771 (su un milione di arrivi). Nel 2016 sono saliti a 5.096, nonostante un calo degli sbarchi che sono stati 362mila. Quest’anno non ce l’hanno fatta 2.681 persone (136.423 arrivi).
E quando viene chiusa una rotta, il flusso e i morti crescono sulle altre.
I ricercatori di Ismu hanno sottolineato:
“Il 2016 è l’anno in cui gli arrivi di migranti via mare in Europa sono calati considerevolmente in particolare sulla rotta del Mediterraneo orientale che dalla Turchia porta sulle isole greche, mentre la traversata dal Nord Africa verso l’Italia è tornata ad essere il principale approdo europeo per i migranti in fuga da conflitti, carestie, soprusi, instabilità politica ed economica.
Ora che è stata chiusa la rotta Libia-Italia, ecco che sono in crescita gli sbarchi in Spagna e sono aumentate anche le vittime sulla rotta occidentale” che rappresentano il 4,9% di tutti i decessi nel Mediterraneo nel corso del 2017, mentre nel 2016 erano l’1,5% del 2016 e nel 2015 l’1,6%”.
Insomma un bilancio drammatico se solo si considera che in poco più di tre anni sono morte oltre 15 mila persone, mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo.
La foto di copertina che abbiamo utilizzato ha fatto il giro del mondo diventando un po l’emblema della strage dei migranti in mare. Ritrae un bambino siriano rinvenuto sulla spiaggia di Bodrum, in Turcha.
Questa sera anche Satriano di Lucania (PZ) ricorderà le vittime del mare con un incontro previsto alle ore 18:00 nella sala congressi della Rocca “Duca di Poggiardo”.
In una nota degli organizzatori si legge:
“Non siamo mondo, ma nazioni tagliate da confini spesso invalicabili.
C’è chi ha la fortuna di nascere in paesi prosperi, chi invece vive in stati dilaniati dalle guerre, dalla povertà e dalle dittature. Sono loro gli “stranieri”, a cui la sorte non ha concesso ciò di cui noi possiamo disporre.
La libertà. Quando tuttavia cercano di evadere dalle prigioni in cui vivono, trasformandosi in profughi, si trovano sfruttati dagli scafisti e spesso non compresi dagli ospitanti.
Quello a cui puntiamo è una comunità globale, che si senta sempre parte del mondo, senza nessuna differenza”.
Di seguito la locandina dell’evento:




























