Una richiesta d’aiuto arriva dalla provincia di Potenza da parte di Antonio Contento, un 38enne di Laurenzana che da diversi mesi sta vivendo un vero e proprio dramma.
Antonio, con questa lettera inviata anche alle istituzioni, ha raccontato la sua storia alla nostra Redazione:
“Quasi dieci anni or sono ho subito un grave incidente di lavoro in itinere che mi ha costretto ad una lunga malattia nonché a subire numerosi interventi chirurgici.
Tale evento mi ha reso invalido per una percentuale pari al 36%.
Infatti, da allora convivo con chiodi e bulloni infibulati nella caviglia destra e non ho più lavorato.
Da qualche mese sono risultato tra i beneficiari della misura del reddito minimo d’inserimento, promosso dalla Regione Basilicata, per cui essendo residente a Laurenzana sono stato collocato dal Comune (ufficio sociale) in un progetto che prevede essenzialmente l’attività di pulizia delle strade.
Prima di iniziare l’attività sono stato sottoposto a visita da parte del medico competente del lavoro del Comune, il quale, accertato il mio stato di salute mi ha dichiarato idoneo alle mansioni con la prescrizione di non rimanere in piedi per lungo tempo e di non sollevare carichi molto pesanti.
Quindi, ritenendo le mansioni che mi erano state assegnate gravose ed incompatibili con il mio stato di salute chiedevo di essere inserito nel progetto di guardiania attivato dal comune.
Dopo di ciò, inspiegabilmente ricevevo una nota dal Comune di Anzi con la quale mi si comunicava che dovevo svolgere le mansioni di bibliotecario ad Anzi.
Lì recatomi per capire come mai da Laurenzana ero stato trasferito ad Anzi, venivo rispedito di nuovo, al Comune di Laurenzana.
Qui ritornato ho avuto una serie di colloqui con l’assistente sociale e con la Segretaria, le quali mi rappresentavano l’impossibilità ad essere impiegato in altre mansioni, per cui o accettare o lasciare.
Ben si comprende come pur di non essere estromesso dal beneficio acquisito riprendevo l’attività a cui ero stato precedentemente assegnato. (pulizia delle strade)
Dopo aver assolto per un periodo, se pur breve ai compiti che mi erano stati affidati, ho cominciato ad accusare dei forti dolori ai piedi.
Onde accertarmi sulla natura di tale malessere mi sottoponevo a visita ortopedica presso l’ospedale san Carlo di Potenza.
Qui mi veniva prescritto di non stazionare per lunghi periodi in posizione eretta di non sollevare carichi e di utilizzare appositi plantari.
Allora richiedevo al Comune di essere inserito in un progetto più consono con le prescrizioni.
La risposta è stata che da quel momento senza notifica di nessun atto formale mi è stato impedito, di fatto, di effettuare qualsiasi attività.
A distanza di tempo, invece, venivo convocato il cinque di febbraio a visita presso la commissione medica collegiale dell’ASP di Potenza per motivi a me ignoti.
Nella data stabilita mi sono recato preso la commissione ed in quella circostanza ho appreso che il comune mi aveva fatto sottoporre a visita per accertare la compatibilità del mio stato di salute con le mansione di spazzamento e pulizia manuale di superfici stradali.
Dal giorno cinque sino al 27 di febbraio, pur essendomi recato all’ASP per chiedere, inutilmente, di avere notizie, non ho saputo più nulla, ma ho continuato ad essere sospeso.
Il 27 febbraio il responsabile della Polizia Locale, mi ha chiamato telefonicamente, e mi avvertiva naturalmente sempre verbalmente e senza notifica di un atto formale di ripresentarmi il giorno 1 marzo presso il comune, per riprendere il progetto dal quale risultavo sospeso dagli inizi di gennaio.
Qui mi sono state riconsegnate pala scopa e carriola per riprendere il lavoro di spazzino naturalmente ho ripreso le attrezzature, e son andato al lavoro perché non posso, ribadisco, rinunciare a quel beneficio perché ho bisogno.
Assolto ai doveri quotidiani, mi sono recato in comune per avere copia del verbale della commissione medica dell’ ASP, dopo non poche traversie, perchè mi rimpallavano dal Sindaco al Segretario dal Segretario al Vigile, sono riuscito ad avere tale atto.
Qui leggevo: Giudizio Idoneo alla propria mansione con le limitazioni espresse dal medico competente.
Dal verbale del Medico competente leggo: Idoneo alle mansioni con prescrizione – Evitare pesi e sforzi eccessivi, evitare stazione eretta prolungata.
Allora mi son chiesto: “Sono una sorta di Spazzino dimezzato che mi devo recare al lavoro oltre che con la pala la scopa e la carriola, che non so peraltro se posso spingere atteso le prescrizioni, anche con una sedia poiché di tanto in tanto mi devo sedere.
Credo senza voler accusare nessun che sin da subito ho percepito in comune un clima di ostilità nei miei confronti.
In verità, non vorrei che questo clima sia attribuibile alla denuncia che ha sporto mio padre Giuseppe Contento a seguito della quale risulta essere stato aperto il procedimento penale n. 1062/2017 nel quale è indagato l’assessore comunale Imundo Marco per aver realizzato, forse per la seconda volta, una strada in piena area protetta ovvero nel Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.
Vicenda nella quale ha cercato di fare chiarezza anche il consigliere Luciano De Bellis con delle interrogazioni.
Non è concepibile che gli amministratori di questo paese mortifichino alcuni invalidi – disabili con atteggiamenti inumani, con zero rispetto, per uno stato di infermità che certamente non se lo sono cercato.
E’ una vergogna.
Non so se il reddito d’inserimento è assimilato alla normativa sul lavoro, non so se la Regione abbia puntualmente disciplinato la materia, quale facoltà è data ai comuni, se sono sufficientemente tuteli gli invalidi.
Per quanto mi riguarda e per non generare equivoci dichiaro di assoggettarmi ai voleri del padrone per cui mi recherò al lavoro e garantirò nei limiti del mio stato di salute i compiti che mi sono stati assegnati, nella speranza che non mi sottopongano a giudizi o controlli di produttività al fine di licenziarmi definitivamente.
Ritengo però che, se vorranno, gli organi in indirizzo debbano indagare su quanto da me richiesto.
A Sua Eccellenza il Prefetto chiedo che faccia qualcosa e verifichi le procedure amministrative messe in atto dal Comune di Laurenzana su questi ed altri argomenti, soprattutto quando le problematiche riguardano i disabili e/Invalidi”.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco di Laurenzana, Michele Ungaro, ma il primo cittadino non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
Ci auguriamo che la vicenda di Antonio trovi al più presto la soluzione sperata atta a garantirgli la tranquillità quotidiana desiderata già messa a dura prova dalle sue precarie condizioni di salute.




























