Angela era amata da tutti, diceva: “Me ne devo andare da qui, le cose non vanno”, il racconto straziante dell’amica

Il piccolo comune di Cersosimo, un borgo di circa 600 anime in provincia di Potenza, è ancora scosso per l’omicidio di Angela Ferrara, giovane madre e donna bellissima, uccisa lo scorso 15 Settembre a colpi di pistola da suo marito, Vincenzo Valicenti, guardia giurata 41enne che si è suicidato subito dopo aver commesso l’omicidio.

Angela lo scorso Luglio aveva lasciato Vincenzo ed era ritornata a vivere (insieme al figlioletto di 8 anni) a casa dei genitori.

Una separazione non accettata da Vincenzo che ha deciso per il destino di entrambi ma anche per quello del figlioletto rimasto senza genitori.

Una storia terribile, un dramma annunciato che trova un grande momento di riflessione nelle parole postate da un’amica di Angela alla quale si era rivolta per chiedere aiuto.

Angela voleva andare via, voleva trasferirsi a Roma insieme al suo bambino ma aveva bisogno di un lavoro.

Ecco le parole della sua amica Manuela Minelli scritte ieri mattina dopo aver appreso dell’omicidio:

“Neanche due mesi fa vi salutavo ringraziandovi per la vostra meravigliosa e totale ospitalità.

Una famiglia felice, anche se…un marito lavoratore e simpatico, anche se…i tuoi occhi verdissimi, anche se…velati da una certa malinconia.

Il piccolo Luciano, così educato, così …ometto.

L’altra settimana mi hai scritto per aiutarti a trovare un lavoro a Roma al più presto.

“Me ne devo andare da qui, le cose con Vincenzo non vanno più bene, l’ho lasciato. Ti mando per e mail il mio ultimo manoscritto, “Incidenti domestici per bambini”.

Mi aiuti a trovare un editore? Ci vediamo quando torni”.

E no Angela, no… non ci vediamo quando torno e neppure dopo.

Io te l’avevo detto e scritto, mantieni buoni rapporti con lui, ricordati che ha una pistola, digli che è solo un tuo momento “no”, non voglio leggervi sui giornali, tienilo tranquillo.

Vincenzo, 41 anni, dieci meno di te Angela, guardia giurata, juventino, simpatico e innamoratissimo di te che scalpiti, che scrivi per non morire in questo micro paese dove non c’è neppure una libreria o una boutique, invece tranquillo non ci sa stare.

Sente di star perdendo la sua bellissima moglie Angela, che tutti in paese e anche in quelli limitrofi adorano e certo gli invidiano, perché assiste gli anziani, organizza eventi culturali, prepara feste per bambini, suona la chitarra, disegna, dipinge, canta con una voce da angelo, cucina cose buonissime ed è bella, bella da togliere il fiato, bella da morire.

Appunto. E ce l’avevi pure detto quanto eri innamorato e geloso, che tu sei solo una guardia giurata e lei invece è…troppo… è di più.

E poi me la guardano tutti.

“E non sei orgoglioso?!? Maddai Vincè….siete una coppia magnifica, avete un bimbo che è uno spettacolo e lei ti vuole bene. Quindi tranquillo!”

E niente.. lui, Vincenzo, tranquillo non ce la fa proprio a stare.

Soprattutto adesso che la “sua” Angela è andata a stare dalla mamma e che il paese mormora.

Così stamattina, lascia che moglie e suocera accompagnino il piccolo a scuola, poi spara in testa a lei, quindi spara alla suocera che vede del rosso allargarsi sui capelli color miele di castagno dell’unica figlia e lo sguardo acquamarina di lei che le raccomanda di prendersi cura del nipote, e poi si spara, tanto senza di lei che ci sta a fare al mondo.

Storie di ordinaria follia, storie di amori malati, storie che non è la prima nè l’ultima.

Solo che voi eravate miei amici, abbiamo mangiato insieme i peperoni cruschi e fatto passeggiate nei boschi e condiviso il bagno e il caffè della mattina.

E io non ce la faccio a non essere sconvolta.

E farò pubblicare il tuo libro Angela, così che non debbano mai più accadere “Incidenti domestici”.

Nessuno vedrà più il sorriso profondo di Angela, né udirà più la sua voce angelica; adesso reciterà le sue magnifiche poesie nel coro degli angeli e veglierà da lassù il suo piccolo bambino.