Potenza, 18 anni fa Anna perse misteriosamente la vita: era felice, ma dopo essere rientrata in caserma…

Sono passati 18 anni dalla scomparsa di Anna Esposito, commissario di Polizia (e 1°dirigente della Digos) di Potenza, ma mamma Olimpia e papà Vincenzo attendono ancora la verità.

Quel maledetto 11 Marzo del 2001 Anna aveva trascorso la giornata a Cava de’ Tirreni con la sua famiglia ed era felice.

La sera ritornò nel suo alloggio nella caserma Zaccagnini a Potenza, dove fu trovata morta il mattino seguente.

Il corpo di Anna fu trovato da alcuni agenti di Polizia, supino, con il collo stretto dentro una cintura di cuoio annodata a sua volta intorno alla maniglia della porta del bagno.

La prima autopsia collocò la morte della donna alle 23:00 della sera prima.

Il suicidio apparve da subito anomalo, un “impiccamento atipico”, perché il nodo era posizionato anteriormente, sul lato destro.

Sulla scrivania della camera fu rinvenuta la sua agenda con 4 pagine strappate, vicino al suo corpo una penna.

Sul suo letto abiti eleganti.

Le indagini sono andate avanti, tra misteri e ipotesi, ma ad oggi i genitori di Anna aspettano ancora di conoscere la verità, perché escludono categoricamente il suicidio.

Ricordiamo che il 28 Gennaio del 2018, a Cava de’ Tirreni, paese d’origine di Anna, si svolse una fiaccolata per contrastare la violenza di genere e in quell’occasione un dolce pensiero, alimentato da sete di giustizia, volò in cielo per Anna.

Alla fiaccolata, organizzata dal Comitato delle Associazioni, parteciparono tantissime persone ed anche il giornalista lucano Gianluigi Laguardia, da sempre vicino alla famiglia della vittima.

Tra la folla si innalzò uno striscione con la foto del Commissario Esposito e la scritta “Giustizia per Anna Esposito”.

I genitori di Anna non credono “al suicidio” e attendono ancora giustizia e verità.