SEQUESTRO EX “FENICE” DI MELFI: “ANNI DI DENUNCE E SEGNALAZIONI IGNORATE”! A DIRLO…

Lo stabilimento industriale “Rendina Ambiente” di San Nicola di Melfi (ex “Fenice”) è sotto sequestro per il delitto di inquinamento ambientale.

Così il consigliere regionale Gianni Leggieri, Portavoce M5S Basilicata, commenta la vicenda:

“Sono anni che denunciamo la situazione paradossale che vive il Vulture-Melfese per la presenza di industrie che inquinano il territorio senza alcun rispetto e soprattutto con la complicità della politica locale e regionale.

Sono anni che denuncio la situazione gravissima determinata dall’inceneritore “Fenice” di San Nicola di Melfi e per queste mie denunce sono stato anche querelato proprio da chi oggi è chiamato a rispondere per ipotesi di reato gravissime.

La Procura della Repubblica di Potenza ha aperto un procedimento penale nei confronti dell’attuale amministratore delegato di Rendina Aambiente srl, procedendo con la misura del divieto di dimora nella Regione Basilicata, e ha disposto il sequestro preventivo degli impianti di messa in sicurezza e bonifica dello stabilimento industriale di San Nicola di Melfi.

L’ipotesi di reato contestata nello specifico è quella di delitto di inquinamento ambientale di cui all’art. 452 bis c.p., un’ipotesi molto grave che però non sorprende vista la situazione in cui versa lo stabilimento e tutta l’area circostante ormai da anni.

Anni in cui le denunce, le segnalazioni, le battaglie del Movimento 5 Stelle e di pochi lavoratori coraggiosi (che hanno pagato in prima persona) sono state ignorate dalle istituzioni politiche preposte ai controlli e a intervenire.

In particolare, la Procura contesta alla Rendina Ambiente srl di non aver provveduto alla bonifica del sito inquinato, di aver omesso di predisporre un modello di bonifica adeguato, nonostante siano trascorsi molti anni dagli eventi che hanno determinato la contaminazione delle falde acquifere introno al sito.

Si tratta di ipotesi delittuose gravi perché vanno a toccare direttamente la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini.

Si parla, infatti, di diffusione di inquinanti cancerogeni e pericolosi all’esterno del sito dell’ex inceneritore “Fenice”.

Contaminazione delle aree circostanti, dell’acqua industriale e dell’acqua destinata al consumo umano.

È evidente la preoccupazione per la salute pubblica, soprattutto perché si parla specificamente nel comunicato stampa diffuso dalla Procura, di inquinamento delle acque potabili destinate quindi ad uso umano.

Ancora una volta viene da chiedersi la politica che ruolo ha giocato in tutta questa vicenda.

Ancora una volta dobbiamo prendere atto della inefficienza ed incapacità della Giunta Pittella e del suo Assessore all’Ambiente che non è riuscito a intervenire efficacemente per tutela la salute pubblica nella zona del Vulture – Melfese.

A questo punto occorre aprire immediatamente un tavolo di discussione su quanto accaduto nel Vulture – Melfese e disporre controlli adeguati come chiediamo da tempo.

Abbiamo persino fatto approvare una mozione in Consiglio Regionale, ma senza che vi sia stato seguito agli impegni presi da parte della Giunta Pittella.

Basta giocare con la salute dei cittadini lucani, basta mettere in pericolo la nostra gente per favorire e tutelare imprese scellerate che pensano solo al profitto.

Occorre cambiare approccio rispetto a queste problematiche perché non è possibile continuare a rimanere a guardare mentre la nostra terra viene depredata e avvelenata”.