Siccità: si va incontro all’emergenza nazionale. I dettagli

Dopo le continue pressioni da parte delle Regioni italiane e da alcuni partiti, il governo va incontro allo stato di emergenza nazionale per riuscire a far fronte all’alto tasso di siccità che si è verificato in questo mese.

Cause della grande siccità è sicuramente il caldo anomalo che sta colpendo la nazione da diversi giorni che ha portato i fiumi italiani a dei livelli bassissimi.

Per affrontare il problema, come riporta fanpage:

“Draghi vuole creare la cornice per ristori immediati alle aziende agricole più colpite, ma anche predisporre possibili interventi immediati con prelievi massicci d’acqua dai laghi e autobotti pronte all’intervento da Nord a Sud.

Come confermano a Fanpage.it fonti del ministero dell’Agricoltura in tal senso si dovrebbe istituire anche una cabina di regia con a capo la Protezione civile per monitorare i bacini idrografici e coordinare i provvedimenti delle varie Regioni, che già stanno chiedendo lo stato di calamità.

Saranno proprio le Regioni a stabilire gli eventuali razionamenti dell’acqua, con apposite ordinanze (in molti piccoli comuni del Nord Italia è già vietato irrigare i giardini o riempire le piscine e sono anche già previste le sospensioni notturne del servizio).

Di tutto questo si è parlato stamattina nell’incontro tra il ministro Patuanelli e il sottosegretario Garofoli e se ne parlerà anche nel pomeriggio nella Conferenza Stato-Regioni con la ministra per gli affari regionali Gelmini.

Il ministro della Transizione ecologica Cingolani, a margine di un convegno a Roma di Elettricità futura, si dice intanto ‘abbastanza preoccupato‘ dichiarando:

‘Sull’acqua abbiamo decisamente un problema il flusso per l’idroelettrico è cruciale, anche per il raffreddamento delle centrali: speriamo che sia una cosa contingente, stiamo valutando tutte le azioni da fare.

Il problema è sia agricolo che energetico‘.

Dal Mite confermano a Fanpage.it che non è intenzione del governo risparmiare acqua dal settore idroelettrico, che è già in forte difficoltà.

Così, ci dicono, la richiesta delle Regioni di messa a disposizione dei fondi del Pnrr per la realizzazione di nuovi invasi idroelettrici non è pertinente: il Piano non può essere cambiato e per vedere gli effetti degli investimenti già programmati ci vogliono degli anni, mentre il problema va affrontato nell’immediato.

Entro massimo una decina di giorni, poi, Cingolani firmerà un apposito decreto per la riduzione degli sprechi idrici.

La ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna ha dichiarato:

‘L’emergenza non ci coglie impreparati: sono sei mesi che lavoriamo, con tutte le Regioni e diversi ministeri, a un piano acqua che sostenga l’intera filiera, dagli invasi agli acquedotti alle utenze finali.

Il piano sarà gestito con un Contratto Istituzionale di Sviluppo con un investimento di un miliardo, che può essere aumentato.’

Secondo la responsabile agricoltura di Greenpeace, Federica Ferrario:

‘La cabina di regia è assolutamente necessaria, altrimenti si rischia di non far parlare tra loro le Regioni e creare disuguaglianze di risorse idriche.

Quella in atto non è in realtà un’emergenza, ma una situazione che è sempre più normalità, quindi bisogna intervenire in maniera strutturale sulle cause che la generano.

Sul lato dell’agricoltura e della transizione a un modello più moderno e sostenibile è assolutamente assente: servono un’analisi generale della situazione e un nuovo piano europeo di investimenti.

Il 60% delle sementi sono coltivate per prodotti che diventano mangimi per animali e non per le persone, è un modello estremamente energivoro che non funziona.

Si può risparmiare su questo e lavorare di più sulle coltivazioni locali e stagionali, che richiedono meno irrigazione, come chiede la Commissione europea’.”