Basilicata: “poche nascite e tanti anziani. Le istituzioni locali dovrebbero invertire la rotta delle politiche socio-sanitarie”. L’appello

“Le politiche per la longevità in Basilicata non possono più attendere.

Anziani e fragili hanno bisogno di servizi assistenziali e sanitari dignitosi”.

Lo dichiara il segretario della Uil Pensionati di Basilicata Carmine Vaccaro, in riferimento al dato demografico regionale in costante decremento.

La nostra regione è infatti agli ultimi posti per nuove nascite con una popolazione di grandi anziani over 85 pari al 34%.

Evidenzia Vaccaro:

“Questo significa che la Basilicata è tra le realtà regionali dove si vive più a lungo, proprio per questo le istituzioni locali dovrebbero invertire la rotta delle politiche socio-sanitarie.

In primis presentando ai lucani un Piano sanitario atteso da 4 anni ormai, come promesso lo scorso Febbraio da Bardi e Fanelli.

E poi aprendo un dibattito vero con la comunità, sindacati, associazioni datoriali, sanità privata e rappresentanze dei cittadini con l’obiettivo di mettere in rete offerta e bisogni.

Non si può più rimandare, è il tempo di avviare un nuovo corso.

Pensiamo sia importante avviare le procedure per la costituzione del cosiddetto Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa), conquistato dai sindacati dei pensionati da oltre un decennio, trasfuso nel recente disegno di legge delega.

La sfida è immaginare lo Snaa come linea-guida per sperimentare un processo virtuoso in Basilicata attraverso la realizzazione di un unico sistema di assistenza degli anziani e dei fragili, fondato sull’intero spettro dei servizi sul territorio.

Da quelli di rete e prossimità, di lotta alla solitudine e prevenzione, a interventi domiciliari di sostegno continuativo, alla semi-residenzialità in centri diurni, fino alle residenze sanitarie e assistenziali.

Una sfida già in atto che si può e si deve vincere, riorganizzando lo stato dell’arte dei servizi.

Nella geografia dei servizi offerti all’anziano occorre aggiungere una cabina di regia, una sorta di Dipartimento della fragilità che metta insieme la pluralità delle strutture, facendo sì che la persona sia nel posto migliore a seconda del suo problema.

Una funzione dipartimentale che in Basilicata può essere corroborata dalla funzione di ricerca della neonata facoltà di Medicina attraverso la fondazione di un Istituto scientifico sul modello dell’Inrca di Ancona.

Per muovere la macchina dei servizi intorno all’anziano è necessario rafforzare la rete dell’Assistenza domiciliare integrata con la presa in carico completa del paziente, spingendo fino al 10% della popolazione over 65 in condizione di bisogno.

L’obiettivo principale è riuscire ad ottenere i fondi rappresentati dai 40 milioni euro nel triennio 23/26, bilanciando le prestazioni tra strutture pubbliche ed accreditate.

Un’altra questione è quella della green economy.

Gli anziani domandano un mondo fatto su misura: spazi, prodotti, attività, nuova medicina ed oncologia.

Ma per fare tutto questo servono risorse.

Fondi per la verità già esistenti, per questo non può essere accettabile che in Basilicata si patisca il ritardo nell’impiego del Por Fse e Fesr, con pagamenti attestati tra il 50 ed il 65%.

Senza dire dei 400 progetti finanziati per 173 milioni, spesi solo per 24 milioni per i Programmi complementari (Poc).

E’ chiaro che per evitare derive e perdita di finanziamenti, occorrono rimedi straordinari.

Un’azione di coraggio dell’esecutivo e del presidente Bardi per accelerare la spesa dei Fondi Ue per l’area anziani e longevità.

Ma soprattutto per mettere in sicurezza il comparto sanitario lucano, ormai al collasso.

Si costituisca un commissariato con il concorso di una struttura di missione, compartecipata dalle forze sociali, nell’ottica del partenariato.

Non c’è tempo da perdere”.