Certi che l’incontro accende la speranza.
Con questo stupendo incipit ripreso dal libro di Luigi Giussani, edito dalla libreria Vaticana e curato da Davide Prosperi con la prefazione del Cardinale Pietro Parolin, si è tenuta, dal 24 al 27 Luglio, presso un albergo, nel verde dei boschi di Rifreddo, vicino al Comune di Pignola in provincia di Potenza, la vacanza di CL della Calabria, a cui hanno partecipato oltre 80 persone, tra adulti e bambini, guidati dal buon Tommaso Melchini, responsabile del Movimento in Calabria.
Raccontano gli organizzatori:
“Pietre angolari dell’evento, tra i boschi e nonostante il caldo, gli incontri, il gioco, i frizzi, i canti, le diverse testimonianze (tra cui quella del Sacerdote di vicino Cosenza, Don Dante Bruno, fondatore dell’Associazione Regina Pacis, un’opera che dal 1985 opera a San Benedetto Ullano, e non solo, in provincia di Cosenza con più case, dedicandosi all’assistenza di persone in difficoltà e di recupero di persone fragili oltre che di tossicodipendenze), i convivi, la presentazione del libro di Mattia Ferraresi “I demoni della Mente” e il racconto- ricordo commosso portato da don Giovanni Grassani, amico fraterno di don Tommaso Latronico (scomparso prematuramente nel 1993 a 44 anni), sacerdote di Nova Siri e appassionato educatore, carissimo a migliaia di amici per il quale è stato dato il via ufficiale alla causa di beatificazione motivata dall’amore alla Chiesa ed a tutto ciò suscitasse questo essere nella storia di fede e comunione che attraversa la realtà e l’Uomo-rigenerandole- in tutte le loro espressioni e coinvolgimenti.
Come dire che Cristo ha a che fare con ogni briciolo dell’esistenza per darle dignità e che nessuno è cristiano da solo.
Sollecitazioni che sono state vissute come Domanda e Preghiera nel cammino al Santuario Maria Santissima del Monte Saraceno, a pochi chilometri dal centro abitato di Calvello, arroccato sulla cima di uno sperone roccioso dove la Vacanza ha proposto il gesto per conoscere ed incontrare identità, tradizione e religiosità le quali connotano le umanità che risiedono in questa parte della Basilicata ricca, come in altre, di storia e devozione.
Il tutto accolto dal parroco di lì, Don Pasquale…, dopo che una guida del posto ha raccontato il valore di quelle impronte e il senso religioso che ruota intorno e sostiene il Santuario.
Anche qui fattori di Speranza sono stati lo Sguardo e le Tracce incontrate dove ogni gesto lascia il segno grazie al contributo di ciascuno per una consapevolezza sempre più pregna su quello che si costruisce insieme.
Occasioni per i quali si sperimenta quella libertà che la Chiesa chiede non come privilegio per sé- è stato ricordato accompagnandosi-, ma come ricchezza e rinnovamento per tutti.
Una commozione presente in ogni istante, come il cantare e lo stare insieme hanno rivelato per quell’Incontro che muove, fa belle tutte le cose e ricorda che Cristo ha scelto e voluto bene ciascuno di noi sin dalla notte dei Tempi.
Così le giornate lo hanno scandito sin dal mattino con le lodi e accompagnato anche nella briosità e semplicità di cui ha sempre bisogno la Vita come hanno fatto memoria la gaiezza delle diverse giovani famiglie presenti.
“E’ l’abbraccio che si ripete” ha menzionato più volte Tommaso nell’aprire, riprendere e concludere ogni giornata, scandita dalla celebrazione della Messa officiata da Don Dante Bruno il quale ha rammentato il criterio dell’avvenimento che ci ha investito per sempre con cui la verità dell’amore di Dio raggiunge ciascuno nella storia, invitandolo ad accogliere liberamente questa novità radicale e omnicomprensiva.
E’ quello che fa riscoprire la fede non come un discorso, ma come un fatto che accade, un incontro, con qualcosa di vivo che ridesta i desideri profondi e veri del cuore: quelli legati al bisogno di bellezza, verità, giustizia, al bisogno di amare ed essere amati e guardati per ciò che si è – senza pretesa- come soleva ripetere il Gius.
Grati a questa Misericordia senza fine ci si è salutati, certi che in tale Compagnia passa il Segno più bello di questa Avventura che ci vuole felici ricordando che siamo costituiti in modo tale che ci realizziamo quando viviamo per un altro. Non siamo fatti per essere soli.
Questa è la meta infinita che presuppone- come è stato tratteggiato dai momenti nella quattro giorni- il nostro essere “interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso, di futuro e, quindi, “vivi“ come ha richiamato il Papa ai giovani”.
Ecco le foto.





























