Coronavirus Basilicata: “Il congelamento delle liste d’attesa non è più tollerabile. Tempi si allungano fino al 2023”

“Il congelamento delle liste d’attesa non è più tollerabile perché coinvolge non solo i pazienti cronici ma blocca anche le nuove diagnosi: in Italia, secondo i dati del ministero aggiornati a luglio 2020, sono 13 milioni le visite specialistiche sospese a causa del Covid-19, 300mila i ricoveri non effettuati, 500mila gli interventi chirurgici rimandati e ben 4 milioni gli screening oncologici posticipati a data da destinarsi.

In Basilicata?

Ci chiediamo quali siano i numeri della nostra Regione, ma su questo Leone tace”.

E’ quanto denuncia il segretario regionale della Uil pensionati di Basilicata, Carmine Vaccaro che sul tema sollecita l’amministrazione regionale, in particolare l’assessore alla Salute, Rocco Luigi Leone:

“a mettere in piedi una strategia per evitare che il sistema, ancora in standby dal lockdown, continui a navigare nelle acque della stasi totale.

Non esistono solo pazienti Covid. Le altre patologie, soprattutto quelle gravi come malattie croniche, cardiache, o tumorali purtroppo non hanno fatto le valigie.

Serve una programmazione seria che consenta alle aziende sanitarie di rientrare con i numeri perché i cittadini non possono attendere che termini l’emergenza per ottenere una gastroscopia, una spirometria o un esame ecocardiografico al cuore.

Prestazioni per le quali i tempi si allungano fino al 2023.

Senza contare che in questa maniera si incentiva l’emigrazione sanitaria o si favorisce, per chi può permetterselo la sanità privata quando abbiamo degli ospedali pubblici dotati di macchinari e di personale specializzato.

Come sindacati dei pensionati, abbiamo manifestato nei giorni scorsi a Matera per chiedere alla Regione l’indicazione di un cronoprogramma per lo smaltimento delle liste di attesa rivedendo il modello organizzativo e procedendo ad assunzioni.

Abbiamo chiesto che venga definito il piano influenzale 2020-2021, che ricomprenda anche le vaccinazioni anti pneumococcica ed herpes zoster, anche in funzione di prevenzione per l’epidemia da Covid 19 in atto.

E il ripristino e la garanzia della continuità del progetto di sorveglianza sanitaria, attualmente sospeso, dei lavoratori ex esposti amianto.

Dalla Regione nessuna risposta. Mi chiedo se la sanità sia una questione pubblica, di tutti, o qualcuno abbia deciso di metterci sopra il marchio del segreto professionale. Non è più tollerabile questo silenzio.

Inoltre vorrei sottolineare come la problematica delle liste d’attesa e il sistema di recupero delle lunghissime code createsi nel periodo dell’emergenza Covid-19 siano state affrontate dal Ministero della salute con il decreto legge 14 agosto 2020, 104, recante «Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia».

L’intervento relativo ai ricoveri ospedalieri ha l’obiettivo di recuperare le prestazioni non erogate dalle strutture pubbliche nel periodo gennaio-giugno 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Sulla base del «Monitoraggio strategie di intervento per recupero liste d’attesa» effettuato dal Ministero della salute con la collaborazione delle regioni lo scorso 13 Luglio 2020, la riduzione di prestazioni erogate registrata tra gli anni 2019 e 2020 è stimata in circa il 40 per cento, pari a 309.017 ricoveri, di cui 230.428 ricoveri chirurgici e 78.589 ricoveri medici.

Con riferimento alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, sulla base del confronto con l’anno 2019, si è stimata una perdita di circa 13,3 milioni di prestazioni per accertamenti diagnostici, e di circa 9,6 milioni di visite specialistiche, pari a circa il 36 per cento.

Per il recupero delle liste di attesa per il settore pubblico sono stati previsti specifici interventi per il periodo fino al 31 Dicembre 2020, come la maggiorazione del compenso orario del personale dirigente medico (che passa da 60 a 80 euro per ora), e del personale del comparto sanità (portato a 50 euro per ora), nonché l’aumento del monte ore dell’assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna.

A tale scopo, il decreto prevede specifici stanziamenti, pari a 112,406 milioni di euro, destinati ai ricoveri ospedalieri, ed a circa 365,812 milioni di euro per il recupero delle prestazioni ambulatoriali.

Ricordiamo inoltre l’impegno che proprio l’assessore Leone aveva preso POCO dopo l’insediamento sulle liste d’attesa, annunciando sulla questione un vero e proprio tsunami che tutti auspicavano potesse realizzarsi, per risolvere una problematica atavica.

Un corposo provvedimento che recepiva il nuovo Piano nazionale (Pngla) e che poteva contare su 7,2 milioni di euro, su 400 complessivi.

Di recente il fondo si è incrementato di 5 milioni stanziati dal ministero dopo il Covid. Nonostante ciò nulla è cambiato.

A parte il sollecito dell’assessore alle Aziende sanitarie con cui Leone ha chiesto ai direttori di predisporre progetti di recupero delle prestazioni sospese da marzo ad oggi.

Ora lo tsunami c’è stato ma lo ha provocato il Covid mentre i lucani attendono ancora di conoscere questi piani di rientro sulle liste d’attesa e magari anche la data della prestazione mancata. Possibilmente non nel 2023”.